Smog e Covid-19: per il Cnr il legame c’è

Dopo un anno, pubblicato lo studio sulla prima ondata in Lombardia. In relazione mortalità e contagi con inquinamento e meteo

Smog

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Milano - Prima un sospetto, poi qualche conferma, altrettante smentite e infine una autorevole, forse definitiva, conferma. Il Cnr a distanza di un anno dalla tragedia della prima ondata del Covid-19 in Lombardia che ha causato oltre ventimila morti, ha concluso un puntuale studio nel quale si conferma la correlazione fra la diffusione del virus e l’effetto dell’inquinamento atmosferico. La ricerca è stata condotta dall’Istituto per lo studio dei materiali nanostrutturati del Cnr con il Gipsa-lab del Grenoble Institute of Technology e la Fondazione Amaldi ed è stata pubblicata sull’International Journal of Environmental Research and Public Health.

Il punto di partenza dell’indagine è il tasso di mortalità, in tutto il mondo compreso tra il 2% e il 5%. Ovunque tranne in alcune aree, come la Lombardia. Appartiene alla nostra regione circa il 40% dei contagi dell’intero Paese (durante la prima ondata dell’epidemia) e un tasso di crescita dell’infezione, nelle 24 ore, superiore al resto delle regioni italiane. Lavori recenti hanno ipotizzato che la presenza di inquinanti atmosferici quali particolato (PM10, PM2,5), ossidi di azoto e di zolfo, e le condizioni meteorologiche come temperatura, grado di umidità, velocità del vento, possano condizionare la stabilità dei virus, fra cui il SarsCoV-2. 

Nello studio si è quindi indagata la possibile correlazione tra inquinamento atmosferico, dati meteorologici e focolai Covid-19 sviluppatisi nell’area della regione Lombardia. In questo studio sono stati analizzati i dati epidemiologici forniti giornalmente da Istituto superiore di sanità e Protezione civile, riportando la distribuzione geografica nelle 12 province lombarde durante la prima ondata dell’epidemia (dal 24 febbraio al 31 marzo 2020). In questo periodo è emerso che oltre il 63% dei 42.283 contagiati registrati in tutta la regione erano concentrati nelle province di Milano, Bergamo e Brescia, le stesse più toccate dal fenomeno dell’inquinamento. Più in generale, mentre a livello nazionale il rapporto medio tra casi infetti e popolazione era di circa lo 0,21%, in Lombardia era il doppio (0,42%). 

Il collegamento tra Covid e inquinamento
Il collegamento tra Covid e inquinamento

Per lo studio di correlazione sono stati analizzati i dati meteorologici relativi alla temperatura, all’umidità e alla velocità del vento, registrati giornalmente dalle stazioni meteorologiche distribuite sul territorio della Regione Lombardia. Inoltre, tramite il monitoraggio dell’atmosfera Copernicus, implementato dal Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine, sono stati elaborati i dati satellitari relativi alle concentrazioni giornaliere degli inquinanti atmosferici: Pm10, Pm2,5, ossidi di azoto, ossido di carbonio e di zolfo, ozono e ammoniaca. "Una maggiore comprensione delle correlazioni tra virus, inquinamento atmosferico e condizioni ambientali è, a nostro avviso, importante nella comprensione dei possibili meccanismi di diffusione e quindi nell’intervento mirato al contenimento della capacità infettante delle particelle virali", conclude Gerardo Grasso, ricercatore del Cnr-Ismn.