FEDERICA PACELLA
Cronaca

Posto sicuro ma stipendio basso: sempre meno infermieri, calo record delle iscrizioni

A un anno dalla laurea triennale occupazione alta, ma la paga (1.700 euro) non attrae. Così in Lombardia le defezioni si accentuano (-8,6%) e superano la media nazionale

Infermieri in una corsia d'ospedale

Infermieri in una corsia d'ospedale

Milano – Occupazione quasi assicurata per gli infermieri ad un anno dalla laurea di primo livello, ma, con retribuzioni da meno di 1.700 euro al mese, la sicurezza del posto di lavoro non basta più ad attirare i giovani verso questa professione.

Questo il quadro che emerge dal combinato disposto delle due ultime analisi redatte da Angelo Mastrillo, Segretario della Conferenza Nazionale dei Corsi di Laurea delle Professioni Sanitarie nonché Docente in Organizzazione delle Professioni Sanitarie dell’Università di Bologna. Secondo l’elaborazione dei dati del XXV Rapporto annuale del Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea di Bologna, sul Profilo e sulla Condizione Occupazionale dei Laureati, i laureati in infermieristica in Lombardia che hanno trovato lavoro a un anno dalla laurea sono stati l’83% (990) – con punte dell’88% per quelli del San Raffaele di Milano seguita da Brescia (86%) e Pavia (85%) – elaborando i dati relativi a 579 intervistati su 990 laureati (70%). Tuttavia, sempre l’elaborazione fatta da Mastrillo in occasione dei test di ammissione ai corsi di laurea in infermieristica di un mese fa, evidenziava un calo di iscritti in generale ai corsi di professioni sanitarie: -8,6% in Lombardia con un rapporto domande su posto di 1,8, più basso sia di quello del 2022/2023 (2,2) che di quello nazionale di quest’anno (2,3). Tra le università, il calo maggiore si era registrato a Milano Statale (-12,9%), seguita da Brescia (-8,6%), Milano Bicocca (-8,4%) e Pavia (-4,4%) mentre solo a Varese c’era stato un aumento di iscritti del 4,4%.

Il problema di fondo resta la retribuzione, come da tempo denunciato dagli Ordini delle professioni infermieristiche e dalla FNOPI: a un anno dalla laurea, gli infermieri lombardi percepiscono 1.771 euro in media. Le cifre variano però di provincia in provincia: a Brescia si riscontra la retribuzione più bassa, 1.670 in media; sotto i 1.700 euro anche i laureati di Pavia, mentre a Milano le retribuzioni si aggirano attorno ai 1.730 euro al mese. In questo quadro, sembrano quasi “anomali” i 2.042 euro di media dei laureati dell’Insubria (che, guarda caso, è anche l’università che quest’anno ha visto crescere i candidati), che spesso però lavorano in Svizzera.

Come era la situazione prima del Covid? Prendendo in esame i dati di Almalaurea 2019 (gli studenti a un anno dalla laurea conseguita nel 2018), si vede che il tasso di occupazione dopo la laurea di primo livello era circa l’88%, oltre 4 punti percentuali in più rispetto al 2022, in linea con quanto rilevato dalla ricerca nazionale sulle professioni sanitarie. Al contempo, però, aumenta la quota di chi, pur lavorando, si iscrive ad una laurea di secondo livello, probabilmente vista come strada per migliorare la propria posizione lavorativa: in effetti, rispetto al 2019, risultano in aumento le retribuzioni mensili medie. Il cambiamento più evidente è però la destinazione degli occupati: se nel 2019, la maggior parte andava nel privato (in media il 75%), nel 2022 c’è una sostanziale parità tra pubblico e privato (circa il 50%).