
Laura Taroni
Saronno, 8 luglio 2022 - Una lunga camera di consiglio che ha impegnato per molte ore i giudici della quinta sezione penale della Cassazione. Alla fine sono arrivati il rigetto del ricorso dei difensori e la conferma della condanna di Laura Taroni a trent’anni per l’omicidio del marito Massimo Guerra e quello del madre Maria Rita Clerici. Il rigetto del ricorso era stato chiesto, per l’accusa, dal sostituto procuratore generale Luigi Giordano. Entrambi i decessi, secondo l’accusa, sarebbero stati provocati con combinato letale di farmaci. Movente l’odio per il marito, ostacolo ormai ingombrante alla relazione con Leonardo Cazzaniga, all’epoca aiuto primario del pronto soccorso del presidio ospedaliero di Saronno, lo stesso reparto dove la donna prestava servizio come infermiera. Quello nei confronti della madre era un odio antico, riacutizzato dall’aperta ostilità manifestata da Maria Rita Clerici alla relazione della figlia con Cazzaniga.
I legali dell’ex infermiera di Lomazzo, Monica Alberti e Cataldi Intrieri, avevano eccepito la violazione del contraddittorio nell’esame del perito incaricato dalla Corte d’Assise d’appello di pronunciarsi sullo stato di salute mentale dell’imputata: nel corso dell’esame dello psichiatra forense Franco Freilone era stato impedito alla difesa di rivolgere domande sulla metodologia seguita. Eccezione anche sulla ricostruzione degli indizi: contestata la violazione del principio della impossibilità di "reformatio in peius" di una sentenza dopo che, nel giudizio di secondo grado, a Milano, era caduta per l’omicidio della Clerici l’aggravante della premeditazione: quindi, secondo la difesa, la pena andava rimodulata. Il giudizio della Suprema Corte per Leonardo Cazzaniga, fissato per il 13 luglio, è slittato al 30 settembre.