Incendio a Montegrino Valtravaglia: il fuoco dà una tregua. Distrutti 40 ettari di verde

Corsa contro il tempo con elicotteri, canadair e personale a terra per salvare le abitazioni. L’ipotesi è che si sia trattato di un atto doloso

Il lunghissimo fronte delle fiamme

Il lunghissimo fronte delle fiamme

Montegrino Valtravaglia (Varese) – Ieri nel primo pomeriggio la comunicazione da parte del comando provinciale di Varese dei Vigili del fuoco attesa e sperata: alle 14 l’incendio divampato nel Luinese nei boschi di Montegrino Valtravaglia il giorno prima era domato, nessun fronte di fiamma risultava attivo. La tregua concessa dal vento è durata poche ore, alle 17 le raffiche sono tornate a soffiare favorendo la ripresa dei focolai, quindi subito in volo i mezzi aerei per spegnerli. È pesante il bilancio: ben 40 ettari in fumo, ma evitati danni alle abitazioni. Sono state operazioni lunghe complesse in una zona impervia, cominciate nel pomeriggio di lunedì quando alle 16,30 è stato lanciato l’allarme, una situazione che si è presentata particolarmente difficile a causa delle forti raffiche di vento che favorivano le fiamme.

Impegnati nel primo intervento quindici vigili del fuoco con sei automezzi e 30 volontari dell’ Aib (anti-incendio boschivo) con dieci mezzi, successivamente ha operato un Canadair che effettuava 11 lanci con schiuma ritardante prima di sospendere l’intervento al tramonto. Solo nella serata di ieri la situazione è tornata sotto controllo. Oggi continuerà il monitoraggio anche con l’utilizzo di droni.

Gli operatori hanno lavorato senza sosta: fondamentale proteggere le abitazioni, mentre un supporto prezioso è stato fornito dagli specialisti del nucleo SAPR (sistemi aeromobile a pilotaggio remoto) con l’utilizzo di droni dotati di termocamere per i rilievi di focolai. Tra lunedì e ieri si sono alternate squadre provenienti dalle sedi di Luino, Varese, Ispra, Laveno Mombello, Somma Lombardo, Busto Arsizio, con numerosi mezzi, 30 gli uomini impegnati. Ieri in mattinata sono arrivati a supporto un Canadair, un Erikson - 64 della flotta aerea nazionale e due elicotteri del servizio antincendio regionale, mentre a terra è proseguito il lavoro dei vigili del fuoco con moduli di antincendio boschivo e dei volontari dell’Anti Incendio Boschivo.

È stata una situazione davvero difficile anche perché le fiamme sono state favorite dalle condizioni del sottobosco, arido e secco a causa della perdurante siccità e dalle forti raffiche di vento che ieri fortunatamente è cessato. Nell’emergenza gli operatori hanno trovato la solidarietà del titolare del ristorante Il Campeggino che ha messo a disposizione lo spazio per l’UCL (unità di coordinamento locale) per coordinare le operazioni di soccorso e anche un piatto caldo, che ha aiutato a far fronte alla notte. Ieri dopo la tregua di poche ore, alle 17 mezzi di nuovo in azione per spegnere i focolai che con il vento stavano riprendendo forza. Intanto i Carabinieri Forestali hanno avviato le indagini per chiarire le cause, non sarebbe esclusa l’ipotesi dolosa.

La zona interessata dall’incendio è purtroppo tra quelle frequentate dagli spacciatori, presenze contro le quali è continua l’attività di contrasto da parte delle forze dell’ordine e sul problema ieri è tornato l’onorevole Andrea Pellicini (Fratelli d’Italia) ex sindaco di Luino. "Sebbene non si conoscano ancora le cause dell’incendio, un ulteriore elemento di preoccupazione è costituito dalla presenza nei boschi di molti accampamenti di spacciatori extracomunitari e dai loro tantissimi clienti consumatori, il fenomeno dello spaccio nei boschi, oltre a preoccupare dal punto di vista della sicurezza e della salute delle persone, pone il problema dell’aumento del pericolo degli incendi, che possono scaturire anche dalla negligenza e dalla stupidità delle persone. I boschi vanno quindi ripuliti da questa gente pericolosa".