Quando fine pandemia? Fontana: regole più permissive, per vaccinati quasi normalità

Parametri in calo in Lombardia. Moratti: "Andiamo incontro a una situazione di miglioramento sostanziale"

Persone in galleria a Milano

Persone in galleria a Milano

Milano - "Che siamo fuori dalla pandemia innanzitutto non sta a me dirlo dovranno essere gli scienziati a confermarcelo, ma andiamo incontro a una situazione di miglioramento sostanziale". A dirlo l'assessore al Welfare di Regione Lombardia, Letizia Moratti, a margine della visita a una farmacia milanese in occasione della settimana del Banco farmaceutico. "Nelle ultime settimane abbiamo visto un calo significativo sia nei ricoveri in area medica che nelle terapie intensive, nel numero di persone contagiate e anche nell'Rt: siamo sotto la media nazionale dei contagi" ha detto Moratti sottolineando che "il tasso di vaccinazione così elevato in Regione Lombardia ha sicuramente contribuito a far sì che la situazione potesse migliorare significativamente". 

"Si sta realizzando quello che cautamente avevo anticipato da qualche settimana, che i segnali erano assolutamente positivi e che era iniziata la linea di discesa del numero di contagiati e che quindi la prospettiva era positiva. Adesso mi sembra di poter dire che con questa alta percentuale di vaccinati - e la vaccinazione ha dimostrato di essere l'unica grande arma contro il virus - il Governo potrà assumere degli atteggiamenti molto più permissivi, almeno i vaccinati potranno tornare alla quasi normalità": lo ha detto il presidente della Regione Attilio Fontana parlando della situazione epidemiologica e delle nuove regole come lo stop delle mascherine all'aperto, attese nella prossima ordinanza del Ministero della Salute. 

Ieri in Lombardia nuovo calo dei i ricoverati per Covid nelle terapie intensive, che erano 207, in flessione di 6, e nei reparti, 2558, 24 meno di ieri. A fronte di 44.765 tamponi effettuati, erano 3.116 i nuovi positivi, con un rapporto del 6,9%. I decessi erano 70, per un totale complessivo di 37.713 da inizio pandemia. Per quanto riguarda le province, i nuovi casi erano  1.055 a Milano di cui 507 in città; a Bergamo 225; a Brescia 469; a Como 250; a Cremona 80; a Lecco 60; a Lodi 38; a Mantova 83; a Monza e in Brianza 212; a Pavia 192; a Sondrio 35; a Varese 298.

Secondo i dati Agenas del 7 febbraio nei reparti ordinari la percentuale dei posti letto occupati da pazienti con Covid-19 risale al 29% a livello nazionale (+1%) e, in 24 ore, aumenta anche in 8 regioni e province autonome: Calabria (al 35%), Friuli Venezia Giulia (38%), Lazio (33%), Liguria (38%), Molise (con +3% arriva a 26%), PA Bolzano (28%), PA Trento (30%), Piemonte (29%). La percentuale cala in Abruzzo (37%), Lombardia (24%), Valle d'Aosta (30%). Stabile, invece, in Basilicata (26%), Campania (30%), Emilia Romagna (27%), Marche (32%),Puglia (26%), Sardegna (23%), Sicilia (37%), Toscana (26%), Umbria (33%), Veneto (23%). 

Resta al 15%, in Italia, la percentuale di terapie intensive occupate da pazienti con Covid-19. In 24 ore, però, cala in 8 regioni: Calabria (al 12%), Friuli Venezia Giulia (23%), Lombardia (11%), Marche (20%), PA Bolzano (11%), PA Trento (con -3% scende al 23%), Piemonte (15%) e Sardegna (15%). Cresce, invece, in Basilicata (5%), Toscana (18%), Umbria (10%). Il valore è stabile in Abruzzo (19%), Campania (10%), Emilia Romagna (16%), Lazio (21%), Liguria (15%), Molise (8%), Puglia (14%), Sicilia (15%), Val d'Aosta (9%),Veneto (14%).