Fedez, Codacons e la Mercedes di Malika. Accuse e insulti fra il rapper e l'associazione

Il terreno del contenzioso questa volta è la raccolta fondi "Scena Unita", promossa dal rapper per aiutare i lavoratori dello spettacolo

Il cantante milanese Fedez al centro della polemica con il Codacons

Il cantante milanese Fedez al centro della polemica con il Codacons

La querelle Fedez-Codacons si arricchisce di un nuovo capitolo. Dopo le polemiche risalenti alla raccolta fondi con cui il rapper milanese diede una grossa mano durante l’emergenza Covid, un nuovo scambio al vetriolo.

La posizione di Fedez

Tutto è partito da una storia pubblicata dal marito di Chiara Ferragni sul suo profilo instagram: “Ennesima raccomandata del Codacons, sono stufo di essere perseguitato”. Sotto la lente di ingrandimento dell’ente che protegge i diritti dei consumatori, questa volta, ci sarebbe la raccolta fondi “Scena Unita” organizzata sempre da Fedez per i lavoratori dello spettacolo, settore colpito duramente dalla pandemia e apparentemente dimenticato dai ristori governativi. “Ne ho pieni i cogli**i” le parole dell’artista milanese. A fare andare su tutte le furie il rapper è stato il paragone con la raccolta fondi di Malika, la ragazza omosessuale cacciata di casa per il suo orientamento sessuale. Soldi con i quali la giovane si sarebbe comprata una Mercedes invece di fare beneficenza. Oltre a rispondere delle accuse, Fedez è passato all’attacco: “riescono a paragonare la nostra raccolta fondi in cui abbiamo raccolto più di 5 milioni di euro per i lavoratori dello spettacolo con la raccolta fondi di Malika, la ragazza che si è comprata una Mercedes, e mi chiedono di procedere all’immediato sequestro” poi l’attacco al Codacons: “È incredibile che nessuno faccia niente per controllare voi, so quello che fate e come lo fate. Vergognatevi, io cerco sempre di farmi una risata però si è arrivati ad un punto in cui è veramente insostenibile questa cosa. Io ricordo che durante il primo lockdown chiedeva i soldi alle persone con un banner con scritto ‘ Donate per l’emergenza Coronavirus' quando i soldi andavano direttamente a loro”.

La risposta del Codacons

La polemica però non si è fermata qui, perché dalle storie di Fedez è nato un vero e proprio botta e risposta con il Codacons: “Ha nuovamente attaccato l’associazione dei consumatori ricorrendo ad insulti e violenza inaccettabile. Evidentemente Fedez non ha letto la nostra istanza, e se l’ha letta no l’ha capita, dimostrando leggerezza e superficialità” Il comunicato dell'ente a difesa dei consumatori poi entra nel merito: “L’atto presentato dalla nostra associazione a cui il rapper fa riferimento è finalizzato a tutelare le raccolte fondi come quella avviata da Fedez, e a garantire trasparenza e correttezza ai donatori circa la destinazione e l’utilizzo dei soldi raccolti. Una richiesta come si legge nell’atto, che chiama in causa anche i recenti fatti di cronaca, come il caso di Malika che ha tenuto banco sulla stampa per giorni e ha minato la fiducia dei cittadini verso le iniziative di beneficienza, senza minimamente paragonare la raccolta fondi di Fedez con quella della ragazza”. Per chiudere la promessa di una nuova querela in arrivo: "Entrando poi nel merito delle accuse mosse dal rapper verso la nostra associazione, gli insulti, l'arroganza, le menzogne contenute nel suo video e la violenza dimostrata nei nostri confronti varranno a Fedez una nuova querela per diffamazione che il rapper avrebbe potuto evitare se solo avesse letto l'atto che gli è stato notificato". Infine anche una provocazione sulla mancata comprensione del testo da parte dell'ex giudice di X Factor: "In favore dell'influencer, stanziamo volentieri una piccola somma per pagare una giovane docente di italiano che, da oggi, manderemo a casa di Fedez quando dovrà leggere atti da noi scritti, per essere certi che li legga e li comprenda a fondo"

Una vicenda che di certo non finirà qui e che arricchirà l’ormai infinita saga Fedez contro Codacons.