
Covid, la crisi dei lavoratori
Milano, 10 gennaio 2020 - Quando saldiamo una cartella esattoriale o leggiamo sulla busta paga la cifra che ci viene prelevata dallo Stato non capita mai di sentirsi dire "grazie". A 293 italiani, imprese e semplici privati, è invece stata dedicata una lettera dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri. Sono i "contribuenti dal cuore d’oro", come li chiama il titolare del dicastero, che pur avendo diritto a un rinvio delle imposte a causa degli effetti della pandemia sui loro redditi (autonomi o societari) hanno deciso di versare tutto. E subito. Fra questi, ci sono 57 aziende lombarde e 9 privati cittadini che hanno accettato di rendere pubblica la propria posizione.
In genere sono piccole attività. Negozi, qualche bar e ristorante, i cui titolari hanno aperto i portafogli nonostante la crisi, ma anche farmacie, aziende di servizi sanitari che - forse per l’effetto positivo che la pandemia ha portato a quei settori - si sono volute sdebitare onorando le scadenze. Prima realtà per numero di tassati e felici è Milano, con 20 aziende, seguono alcune delle aree più toccate dal coronavirus: Bergamo con 10, Brescia con 8. Alle spalle Mantova (7), Lecco (3), Lodi, Varese e Como (2). "Davanti a un nemico invisibile il Paese si è presentato unito e solidale. Lo dimostra il fatto che molti cittadini in questi mesi abbiano pagato le tasse regolarmente, consapevoli che ogni risorsa è necessaria per sostenere la sanità e gli ammortizzatori sociali. A loro va il nostro più sincero ringraziamento", ha scritto Gualtieri. Ma per gli altri - la maggioranza - che non hanno ancora versato nulla, l’appuntamento con l’erario è solo rinviato.