
L'équipe di Emergenza Sorrisi con un piccolo paziente
Non li hanno fermati le guerre, ma il Covid sì. Per un anno e mezzo i medici e gli infermieri volontari di Emergenza Sorrisi hanno dovuto sospendere le missioni con cui, da oltre 13 anni, regalano sorrisi, salute e dignità ai bambini affetti da gravi malformazioni al volto. Uno stop forzato che è appena terminato: dal 15 al 22 luglio un’équipe di 13 medici e infermieri volontari, guidati dal professor Mario Altacera, chirurgo maxillo facciale dell'ospedale Miulli di Bari, è volata in Iraq, all’Habobbi Teaching Hospital di Nassirya, per una missione che è stata una ripartenza, una rinascita per tutti. Per i sanitari, certamente, ma soprattutto per i bambini e iracheni e le loro famiglie, giunti qui da tutto il Paese.
In cinque giorni 98 operazioni
In cinque giorni sono stati portati a termine 98 interventi chirurgici per rimediare a casi di labbro leporino, palatoschisi e ustioni. Malformazioni che in Italia si possono risolvere con interventi di routine, ma che in posti come l’Iraq sono una condanna. Fin dalla frequenza con cui si verificano, a causa di tre fattori principali: la malnutrizione, i matrimoni tra consanguinei e il fatto che le donne in gravidanza non prendono l’acido folico.
Le conseguenze per i bambini e le loro famiglie sono devastanti: diventano reietti della società perché le malformazioni al volto sono considerate una punizione divina; subiscono bullismo e vengono emarginati a scuola. Se poi la deformazione affligge una figlia è anche peggio perché non si sposerà mai. E poi ci sono i problemi funzionali, come le difficoltà a parlare e mangiare. Ecco perché le missioni di Emergenza Sorrisi sono fondamentali.
Oltre ai quasi cento pazienti operati con una tabella di marcia fittissima, altri 150 sono sono stati sottoposti a screening in vista della prossima missione irachena. I volontari della ong sono stati in sala operatoria tutti i giorni, dal mattino alla sera, anche in condizioni difficili come il blackout, che ha costretto a operare alla luce di torce e telefonini. Ma ci sono abituati. L’obiettivo è sempre lo stesso: regalare sorrisi a chi di motivi per non sorridere ne avrebbe molti.
Gli angeli del sorriso
Ad aiutarli in quest’ultima missione, che era dedicata al dottor Aldo Boglione, chirurgo amico e sostenitore della ong che non c’è più ma ha scelto di donare i suoi strumenti chirurgici ai colleghi iracheni, c’erano anche due volontari molto speciali: Giuseppe Bertuccio D’Angelo alias Progetto Happiness, YouTuber giramondo e reporter alla ricerca della ricetta della felicità, e Andrea Caschetto, “ambasciatore del sorriso” e scrittore . A loro il compito di rendere meno pesanti le giornate in ospedale dei piccoli pazienti e delle loro famiglie.
La ong
“A Nassiriya Emergenza Sorrisi è presente dal 2008 - ricorda Fabrio Abenavoli, chirurgo plastico e maxillo-facciale, presidente e fondatore di Emergenza Sorrisi -. Nel corso degli anni abbiamo formato moltissimi medici locali coordinati dal dottor Aws Adel Al Hussona, creando con loro un rapporto di estrema fiducia e collaborazione. Ogno volta che partiamo per le missioni chirurgiche, gli ospedali dove operiamo vengono assaliti da centinaia di famiglie motivate dalla speranza di una nuova vita per i loro bambini”. Ogni intervento costa 250 euro, il lavoro dei sanitari è gratuito perché sono volontari che usano le proprie ferie per le missioni. Ma ci sono da pagare i materiali, gli antibiotici, l’anestetico. Per questo l’ong è sempre alla ricerca di donazioni e di volontari. Finora i bambini operati da Emergenza Sorrisi sono 5.200.