Nuovo Dpcm: ipotesi decreto ponte dal 7 al 15 gennaio. Stretta anti-Covid in Lombardia

Calendario definito fino all'Epifania ma poi scatteranno nuove restrizioni per tenere sotto controllo la curva epidemiologica. Oggi nuovo incontro decisivo. Ecco gli scenari per la Lombardia

Milano semi deserta, a destra il premier Conte

Milano semi deserta, a destra il premier Conte

Milano, 4 gennaio 2021 - Oggi in tutta Italia è scattata la zona arancione: un (unico) giorno con allentamento delle misure prima del terzo mini-lockdown delle feste. Domani e per l'Epifania (martedì 5 e mercoledì 6 gennaio) tornerà infatti la zona rossa. La vera incognita riguarda però ciò che accadrà al termine del calendario stabilito dal decreto legge del Natale. Quali regole varranno dal 7 gennaio? Le norme varranno in maniera omogenea su tutto il territorio nazionale o sono previste differenziazioni territoriali? Le date crocevia sono al momento due: giovedì 7 gennaio e venerdì 15 gennaio. Assodato parrebbe essere l'arrivo imminente di una nuova stretta su tutto il Paese. Il governo sperava che, terminate le feste, si potesse tornare alla situazione di metà dicembre (con un'Italia praticamente tutta gialla). La curva epidemiologica, però, preoccupa non solo il Cts (Comitato Tecnico Scientifico) ma anche lo stesso esecutivo. In giornata è previsto un ulteriore vertice di governo in vista del nuovo provvedimento. Che sia nuovo Dpcm o decreto, o addirittura una semplice ordinanza ponte di Speranza - idea che ha preso corpo nelle ultime ore ,- la misura che arriverà entro il 7 gennaio porterà con sè nuove restrizioni. O più semplicemente un allungamento di quelle vissute durante le feste. Magari con qualche limatura. Si lavora intensamente per chiudere a breve la misura, che sarà in vigore fino al 15 gennaio, data di scadenza dell'ultimo Dpcm. Non si esclude che il provvedimento possa essere firmato anche entro stasera. Una soluzione, quella del provvedimento-ponte, che è stata avanzata ieri al tavolo della maggioranza per porre rimedio ad un vacuum normativo conseguente al fatto che l'ultimo Dpcm varato dal governo scade il 15 gennaio, mentre dal 7 gennaio viene meno l'efficacia del decreto Natale.

L'andamento dell'emergenza Covid aggiornato al 4 gennaio
L'andamento dell'emergenza Covid aggiornato al 4 gennaio

La curva che preoccupa il governo

L'ultimo bollettino del Ministero della Salute ha registrato 14.245 i nuovi casi di coronavirus in Italia, a fronte di 102.974 tamponi eseguiti, per un tasso di positività sceso al 13,8%. 347 le nuove vittime del virus, per un totale di 75.332 da inizio epidemia. A preoccupare il dato dei ricoveri, dove è tornato il segno più: ieri i ricoveri ordinari erano in aumento di 127 unità, quelli in terapia intensiva di 14. Per quanto concerne i dati Covid della Lombardia domenica sono stati accertati 1.709 i nuovi casi di coronavirus, su 13.209 tamponi effettuati, per un rapporto tra nuovi positivi e tamponi del 12,9%: un punto percentuale in più rispetto all'11,9 di sabato e venerdì. Nelle ultime 24 ore sono stati registrati 36 decessi (25.317 vittime da inizio emergenza). Nelle terapie intensive i posti letto occupati sono 489, due in meno di sabato, a fronte di 12 nuovi ingressi. Negli altri reparti 3.267 pazienti in cura, 26 in meno rispetto al giorno precedente. Per Fabrizio Pregliasco, virologo dell'Università statale di Milano, "la terza ondata è una certezza. L'Istituto Superiore di Sanità valuterà l'andamento dei contagi nella prossima settimana - ha detto - il peggioramento potrà avvenire a metà mese".

Andamento della pandemia in Lombardia (monitoraggio Iss)
Andamento della pandemia in Lombardia (monitoraggio Iss)

Le ipotesi in campo per il 7 gennaio

Visto l'andamento dei contagi e l'allarme lanciato per sei regioni (Lombardia compresa) dai dati dell'indice Rt, il governo sembra quindi intenzionato a dare una nuova stretta. Le conclusioni saranno tratte nel corso di un nuovo incontro di oggi. Per quanto concerne il periodo compreso tra il 7 e il 15 gennaio è emersa l'ipotesi di un provvedimento-ponte. La misura-ponte nasce dalla necessità di capire qual è stato il reale impatto del periodo Natale-Capodanno-Epifania sui contagi. E agire di conseguenza. Come spiegato negli scorsi giorni dal presidente dell'Iss Silvio Brusaferro "nel periodo natalizio il numero di tamponi è stato contenuto e questo può avere una influenza sull`incidenza: una vera valutazione dell`impatto lo potremo vedere a metà di gennaio". Le proposte in campo al momento sarebbero due: quella - al momento più accreditata - di mantenere in vigore le misure vigenti fino al 15 gennaio (arancione nei giorni feriali e rosso nel weekend), data di scadenza dell'ultimo Dpcm, oppure tornare in zona gialla per il 7 e 8 gennaio, per poi passare alle misure della fascia arancione il weekend del 9 e 10. Successivamente, in entrambi i casi, sarebbe prevista l'assegnazione delle regioni alle fasce di colore sulla base dei dati del monitoraggio. La Lombardia - che era faticosamente approdata il 19 dicembre in zona gialla - potrebbe rischiare una retrocessione in zona arancione. Decisivo sarà il nuovo Report dell'Istituto Superiore di Sanità, previsto tra giovedì e venerdì prossimo Oggi, intanto, potrebbe essere la giornata decisiva per capire definitivamente cosa cambia dal 7 gennaio. 

Spostamenti, scuola e coprifuoco: cosa può cambiare

Gli scenari, tuttavia, si sono delineati già dopo la convulsa giornata di ieri, caratterizzata da una girandola di incontri tra esecutivo, regioni e Cts, terminati solo a notte fonda. Tra gli elementi che sembrerebbero certi in vista nelle norme della nuova fase ci sono il divieto di spostamento tra le regioni, l'apertura solo per asporto di bar e ristoranti e il "numero chiuso" per parenti o amici a casa (massimo due persone, esclusi minori di 14 anni). Sembrerebbe tramontata l'ipotesi di un anticipo alle 20 del coprifuoco, finora previsto dalle 22 alle 5.  L'impianto al vaglio è stato illustrato ai governatori. Da parte del Governo c'è comunque la disposizioni a stilare una misura che sia condivisa il più possibile.

Nuovo Dpcm: cosa può cambiare dal 7 gennaio. Spostamenti, scuola e coprifuoco

Zone: cambiano le soglie di accesso

Il ministro della Salute Roberto Speranza
Il ministro della Salute Roberto Speranza

La riapertura delle scuole

I due nodi da sciogliere sono la riapertura della scuola il 7 gennaio (con la ministra Azzolina che preme per il ritorno in presenza anche per gli studenti delle superiori) e la riapertura dei centri commerciali nel weekend. E mentre sul primo punto il dibattito è acceso - con le Regioni (Bonaccini in testa) che chiedono di rimandare la ripresa in presenza delle scuole - sul secondo, ovvero i weekend, sembrerebbe esserci una convergenza sul considerare rossi i finesettimana. Per quanto concerne il fronte scuola nelle scorse ore alcune sigle sindacali hanno stigmatizzato le riaperture, seppure al 50% e scaglionate. Se il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha indicato questa come la strada da seguire per il ritorno fra i banchi, dubbi sono stati sollevati anche dai governatori di molte regioni, a cominciare da quelle governate dalla Lega (Lombardia compresa). "Come governatori abbiamo fatto tutto cià che era necessario in tema di sicurezza per i trasporti in accordo con i prefetti ma restano molte criticità sul contenimento della pandemia. Servono scelte tempestive affinché si possa dare certezze alle milioni di persone coinvolte. Siamo preoccupati per il silenzio da parte del governo sulle criticità sul tema della riapertura delle scuole", hanno detto i governatori del Carroccio al termine dell'incontro con il segretario della Lega Matteo Salvini.

Ma dubbi sul ritorno fra i banchi arrivano anche da esponenti del Pd: "Comprendo la sincera volontà di moltissimi studenti di medie e superiori di tornare a scuola ma ritengo oggi opportuno valutare attentamente quando riprendere le lezioni in presenza. Occorre, infatti, verificare con attenzione se le restrizioni messe in atto durante le vacanze natalizie abbiamo realmente rallentato i contagi. Meglio riprendere nella seconda metà di gennaio che dover

Il premier Giuseppe Conte
Il premier Giuseppe Conte
richiudere subito", ha spiegato la deputata dem Lucia Ciampi. "Non è fisica quantistica, ma buonsenso: se non siamo in grado di garantire un rientro a scuola sicuro per tutti, a fronte dei numeri del contagio e della pericolosa incognita della variante, si evita di mettere a rischio le persone, i lavoratori, i ragazzi, le famiglie", ha ammonito anche il deputato del Pd, Filippo Sensi. Il sindaco di Milano Giuseppe Sala oggi ha detto di sperare "che la scuola si possa aprire anche perché i nostri ragazzi sono a casa da tanto troppo tempo. Poi lascio agli esperti della materia capire se effettivamente lo si può fare. Ma la mia speranza è che si possa aprire". 

Impianti da sci, riapertura dal 18 gennaio

A proposito di restrizioni, la Giunta regionale ora plaude la decisione del Governo di riaprire gli impianti da sci il 18 gennaio, mentre nelle scorse settimane se n’era ipotizzata la riapertura già dal 7 gennaio. "Il Governo ha finalmente ascoltato le Regioni e le Province autonome: siamo soddisfatti della decisione del ministro Roberto Speranza" hanno dichiarato in un comunicato congiunto Martina Cambiaghi, assessore allo Sport della Regione Lombardia e gli assessori con delega allo sci delle Regioni e Province autonome dell’arco alpino oltre che della Regione Abruzzo. "Oltre all’approvazione del protocollo, per cui aspettiamo la validazione del Cts, avevamo chiesto una data certa per permettere all’intero mondo della montagna invernale di prepararsi a dovere: ora ce l’abbiamo" hanno preoseguito li assessori regionali. Nelle scorse settimane, però, le stesse Regioni avevano attaccato il Governo per la scelta di lasciar chiusi gli impianti nelle festività natalizie.

Giulio Gallera
Giulio Gallera
Gallera nella bufera

Nel frattempo in Lombardia al centro del dibattito politico è finito - nuovamente - l'assessore lombardo al Welfare Giulio Gallera, sul quale sono piovute critiche (anche dalla Lega) per le parole utilizzate per spiegare il ritardo della Lombardia nella somministrazione dei vaccino anti-Covid. Si profilebbe un rimpasto in Giunta. Per il sindaco di Milano Sala: "E' un tema loro, ma se devono cambiare qualcosa che lo facciano subito. Questo lo dico per il bene di tutti noi Lombardi. Non c'è niente di peggio di lasciare queste situazioni all'indeterminatezza"

Il calendario dal 4 al 6 gennaio

Da oggi, lunedì 4 gennaio, 24 ore di misure leggermente più soft con la zona arancione. 

Lombardia in zona arancione lunedì 4 gennaio: ecco cosa si può fare

Zona rossa o arancione: il calendario
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