MANUELA MARZIANI
Cronaca

Il mistero della donna gettata nel Po: un femminicidio in cerca di autore

Riaffiorato un corpo. Si teme sia della badante sparita nel Pavese

sommozzarori dei vigili del fuoco

sommozzarori dei vigili del fuoco

Miradolo Terme (Pavia), 13 giugno 2016  È un «giallo», ma con il passare dei giorni diventa un sempre più probabile omicidio. E la vittima è ancora una volta una donna. Omicidio probabile perché non ci sono ancora alcuni responsi dell’autopsia e dell’esame comparativo del Dna effettuati sul cadavere di una donna trovato nelle acque del Po, in prossimità della diga di Isola Serafini nel comune di Monticelli d’Ongina. Accertamenti essenziali e forse disponibili già nei prossimi giorni anche per dare un nome e cognome alla donna. Che, si presume al 99%, dovrebbe Kruie Ladine, nata nel 1976 in Albania, con ultimo domicilio conosciuto a Miradolo Terme, in provincia di Pavia, dove lavorava come badante. La donna è sparita il 29 maggio. Due giorni dopo la sorella ne ha denunciato la scomparsa ai carabinieri della stazione di Chignolo Po, competente per territorio anche su Miradolo Terme. Martedì scorso, 7 giugno, invece, a Monticelli d’Ongina, in provincia di Piacenza, la macabra scoperta del cadavere di una donna. Il punto è tristemente noto perché qui, anche in passato, erano stati rinvenuti corpi di persone che erano annegate nel Po. Per evitare che detriti od altro (anche carcasse di animali) portate a valle dalle correnti del grande fiume finiscano negli ingranaggi della diga è in funzione una sorta di nastro «pulitore».

E qui è finita anche la donna ormai morta e con il viso irriconoscibile sia per la prolungata permanenza in acqua sia perché a contatto con un’enorme massa di detriti e rami di piante trascinati dalla piena dopo le piogge. Già qualche ora dopo il rinvenimento del cadavere a Isola Serafini, tuttavia, sono emersi altri dettagli che farebbero propendere che possa trattarsi di Kruie Ladine. Innanzitutto a sua auto, ritrovata in riva al Po, a Orio Litta, già in provincia di Lodi, ma quasi al confine con quella di Pavia. All’interno della vettura nessun biglietto d’addio od altri indizi utili. Non senza altri misteri.

Ad esempio la distanza da Miradolo Terme a Orio Litta è di soli 12 chilometri, ma se la donna avesse avuto un momento di sconforto ed avesse voluto suicidarsi, gettandosi nel fiume, non avrebbe dovuto fare così tanta strada. Forse aveva un appuntamento con qualcuno o forse è stata costretta ad andarci? O ancora, è stata portata da altri, dopo essere stata uccisa? Interrogativi in attesa di una risposta. L’auto è ora all’esame dei Ris dei carabinieri di Parma. L’inchiesta è coordinata dal pubblico ministero del Tribunale di Lodi, Sara Mantovani. Gli inquirenti hanno cercato, in maniera discreta, di conoscere qualcosa di più di questa donna che lavorava come badante e di cui si è saputo che aveva alle spalle un matrimonio finito e aveva anche due figli. A Miradolo in pochi se la ricordano, nessuno ne vuol parlare. Il commento più ricorrente: «Ormai in paese ci abitano tanti stranieri, gente che viene e gente che va. Chi se li ricorda?», dicono in un bar del centro termale.