Sangue, donatori anziani e aumento dei costi: tempesta sul sistema trasfusionale lombardo

Sale la richiesta ma l’invecchiamento della popolazione non lascia adito a speranze: "È emergenza". Il grido d’allarme delle Avis

Donazione di sangue

Donazione di sangue

Milano - Donatori sempre più anziani, maggiori richieste di trasfusioni ed ora anche l’aumento dei costi che sta minando la sostenibilità economica della raccolta di sangue tramite le Avis. Una tempesta perfetta quella che incombe sul sistema trasfusionale lombardo.

A monte, c’è un problema legato alle dinamiche demografiche (generalizzato a livello europeo). "Se prima degli anni 2000 il bilancio tra donazioni di sangue e richiesta di emazie era positivo, negli ultimi anni il trend si è invertito e la prospettiva, al 2035, è di un bilancio progressivamente negativo", spiega Camillo Almici, direttore della U.O. Immunoematologia e Medicina Trasfusionale della Asst Spedali Civili di Brescia. Duplice la ragione: da una parte si fa fatica a sostituire i donatori anziani con i giovani, che rispondono benissimo alle emergenze, ma sono meno fidelizzati, mentre dall’altra l’invecchiamento della popolazione e l’approccio sanitario diverso ad anziani e grandi anziani portano ad un aumento di richiesta di sangue.

In questo scenario, risuona ancora più preoccupante il grido d’allarme lanciato dalle Avis lombarde, che, in convenzione con le Asst, raccolgono il 40% (circa 200mila unità) del sangue ed emoderivati con proprie strutture associative di raccolta. Il 90% del sangue in Regione (circa 460mila unità), compreso quello raccolto direttamente dalle strutture ospedaliere, viene donato dai circa 270mila donatori Avisini. "Dati sintetici che sono chiaramente il segno dell’indispensabilità del contributo delle Avis Lombarde al sistema trasfusionale regionale e ci portano a dichiarare la forte preoccupazione circa la “mancata sostenibilità“ del sistema lombardo", dichiara il presidente Oscar Bianchi. Le tariffe di rimborso sono state definite, infatti, dalla Convenzione Stato Regioni di luglio 2021 sulla base di dati economici del 2017. "Ma in questi anni è cambiato il modo di raccolta – sottolinea Bianchi – senza contare l’incremento dei costi degli ultimi mesi. Il sistema regionale associativo è in perdita di oltre 2 milioni di euro. Fino ad ora la perdita è stata coperta dalle Avis Lombarde, che hanno usato le loro risorse accantonate in 95 anni. Abbiamo lavorato in tutti questi mesi per addivenire ad una soluzione con Regione Lombardia, ma, pur trovando apertura da parte della politica, abbiamo trovato uno scoglio dall’ambito tecnico".

Se si riducesse l’apporto delle Avis, verrebbe meno anche la capacità di compensazione con le regioni che non sono autosufficienti, costringendo l’intero Paese a rivolgersi all’estero (come già accade per il plasma). "Con i rimborsi attuali – conclude Bianchi – non siamo in grado di fare bene il nostro lavoro. Chiediamo quindi un impegno, forte e determinato, al prossimo governo di Regione, affinché, come primo atto, recepisca lo schema di Convenzione rispondente alle istanze di Avis".