Violentatori seriali: chi sono, come agiscono e come scelgono le loro prede

Intervista al criminologo Antonio Leggiero: "Manipolatori con una concezione deviata della donna. Le loro vittime preferite? Le studentesse fuorisede"

Una panchina rossa, simbolo della lotta alla violenza sulle donne

Una panchina rossa, simbolo della lotta alla violenza sulle donne

Serial sex offender. Violentatori seriali. Considerano le donne esclusivamente come prede e lo stupro per loro è una droga. Eppure, nella vita di tutti i giorni, hanno aspetto e comportamenti che appaiono normali. Antonio Di Fazio, l'imprenditore farmaceutico arrestato con l'accusa di aver suprato una giovane stagista e di aver colpito in almeno altre tre occasioni, sulle cui "gesta" stanno emergendo particolari sempre più horror, sembra ricadere proprio in questa categoria. Ma chi sono i serial sex offender e come si comportano? Ed è possibile riconoscerli? Risponde alle domande il professor Antonio Leggiero, criminologo e consulente per procure e parti nei procedimenti legali.

Chi è un serial sex offender e come si comporta?

In linea generale, volendo tracciare un profilo criminologico del serial sex offender - violentatori seriali, quindi che ripetono gli abusi anche a distanza di intervalli ristretti - si fa riferimento a un soggetto giovane o di mezza età; spesso ha una compagna o addirittura è sposato con problemi, con possibili disturbi relazionali all’interno della famiglia; frequentemente fa ricorso all’alcol anche abusandone (fattore questo che, ovviamente, diminuisce notevolmente le sue inibizioni sessuali); ha un quoziente intellettivo vario che può spaziare da inferiore alla media fino a superiore alla media; ha una cultura media e non ha alcun riguardo né rispetto per il prossimo. Naturalmente, queste sono le tipologie criminologiche generali.

Qual è il loro modo di agire?

Contrariamente a quello che si crede, la maggior parte delle volte la violenza sessuale viene commessa con astute tecniche seduttive di tipo manipolatorio. Sono isolati e sporadici i casi di azione violenta ed aggressiva, tecnicamente definita 'predatoria'. In molti casi, i sex offender sovente utilizzano sostanze stupefacenti, che somministrano alla vittima, per annullarne o ridurne le difese. Negli ambienti giovanili è molto usata una sostanza stupefacente definita 'la droga dello stupro', il Ghb, dalla portata devastante che annulla ogni difesa della vittima e sortisce spesso l’effetto propizio per l’aggressore di annullare la memoria a breve termine. Ragion per cui, non è infrequente che la vittima non ricordi nulla di quanto avvenuto. E’ una sostanza che viene versata nelle bevande senza che se ne possa individuare la presenza, nemmeno al gusto. E così la vittima la assume senza accorgersi di niente.

Che tipo di vittime scelgono?

I serial sex offender scelgono in media donne giovani, spesso inesperte. Molte volte si tratta di studentesse fuorisede che non hanno ancora amicizie o comunque rapporti nel nuovo ambiente sociale in cui si trovano a vivere, dato che sono arrivate da poco e non conoscono nessuno. Inoltre, scelgono donne che sono costrette a uscire spesso di casa per lavoro, in quanto, com’è intuibile, l fattore-mobilità agevola la commissione del turpe ed odioso crimine.

Come appaiono nella vita normale?

Nelle vita normale, in genere, sembrano persone ordinarie e in parte lo sono. Non c’è nulla che possa tradirli. Il loro è un comportamento congruo rispetto alle aspettative del gruppo. Anzi, spesso sono anche abili nel costruire relazioni amicali o addirittura sentimentali con l’altro sesso. Naturalmente, ciò avviene nella maggior parte dei casi. Questo, naturalmente, non si verifica negli autori delle aggressioni di tipo 'predatorio', dal momento che tali soggetti sono affetti da disturbi della personalità se non addirittura da patologie psichiatriche e quindi vivono ritirati senza alcun contatto sociale. Sono freddi, introversi, solitari e possono destare sospetti in chi li conosce. Del resto, sono assolutamente inidonei per struttura di personalità a instaurare relazioni di ogni tipo. Questi soggetti presentano un quoziente di intelligenza inferiore alla media e un basso livello di scolarizzazione.

Com'è il loro rapporto con la sessualità?

Il loro rapporto con la sessualità spesso segue una sorta di binario parallelo, dal momento che, da un lato, possono estrinsecare delle dinamiche sessuali normali di tipo ordinario con le proprie compagne o mogli, mentre, dall’altro, dare sfogo ad un tipo di sessualità violenta ed aggressiva con le loro vittime. Per cui, c’è un’ambivalenza sessuale di fondo, che spesso è il precipitato di una struttura personologica stessa ambivalente.

Qual è la loro concezione della donna?

Al di là delle apparenze di una considerazione congrua e normale della donna, che li porta a relazionarsi adeguatamente con loro, in realtà hanno una concezione distorta e deviata della stessa, disumanizzandola, considerandola oggetto di desiderio o come uno strumento di soddisfacimento delle loro pulsioni deviate. Nei violentatori seriali c’è una forte componente manipolatoria con tendenza al dominio. E’ bene rimarcare che la violenza sessuale non è mai solo un atto sessuale cruento e violento, ma in essa è presente sempre una carica di rabbia, di frustrazione, se non di misoginia, di vario grado, che condiziona anche la tipologia e l’intensità dell’aggressione.

Perché decidono di conservare materiale legato alle loro vittime, come foto e video? 

I serial sex offender (come del resto molti serial killer) sono soliti conservare oggetti, foto, parti di capi di abbigliamento, materiale vario della vittima, per una duplice finalità. C'è l'obiettivo totemico (è quindi finalizzata alla raccolta di cimeli che ricordano al soggetto le sue 'imprese');c'è poi l'intenzione di raccogliere feticci strettamente correlati alla loro perversione sessuale, dal momento che poi sono soliti, periodicamente, riguardare il materiale 'collezionato' e rivivere l’ebbrezza perversa e il piacere pervertito della violenza compiuta. Ogni volta che rivedono il materiale sottratto alla vittima, lo toccano, lo manipolano, rivivono il crimine commesso – in modo immaginifico e fantastico – ed in tal modo per loro si crea una rinnovata fonte di perverso piacere, come se lo stessero commettendo nuovamente.

Qual è il loro atteggiamento quando vengono scoperti?

Normalmente, tendono a negare, con forza ed enfasi (almeno nella fase iniziale, quando non vi è la certezza della loro colpevolezza); successivamente, quando le prove a loro carico sono schiaccianti, cercano di negare ogni loro responsabilità, affermando la consensualità (quanto meno iniziale) del rapporto. Ci sono anche dei casi in cui invocano la malattia come alibi per il crimine commesso.