Delitto di Pordenone, Ruotolo tace. È battaglia sul movente “gelosia”

L’indagato non risponde al gip. I suoi legali: la pista Facebook non regge di TIZIANO TROIANELLO

Giosuè Ruotolo arrestato con l’accusa di essere l’assassino di Teresa Costanza e del fidanzato Trifone Ragone

Giosuè Ruotolo arrestato con l’accusa di essere l’assassino di Teresa Costanza e del fidanzato Trifone Ragone

Zelo Buon Persico, 11 marzo 2016 - Giosuè Ruotolo si è chiuso nel silenzio. Il militare campano di 26 anni, arrestato lunedì sera con l’accusa di aver ucciso, il 17 marzo 2015 a Pordenone, la lodigiana Teresa Costanza e il fidanzato Trifone Ragone, ha scelto di non rispondere alle domande del giudice nel corso dell’udienza di convalida che si è svolta ieri in carcere a Belluno.

E un'altra pagina di mistero va a infittire la mente dei genitori di Teresa, papà Rosario e mamma Carmelina che dalla loro casa di Zelo Buon Persico seguono con grande attenzione ogni passo delle indagini. Il loro unico desiderio è scoprire la verità di quanto accaduto nel parcheggio del palazzetto dello sport di Pordenone giusto un anno fa, vedere consegnati alla giustizia il colpevole o i colpevoli. Cinque colpi di pistola calibro 7,65 spezzarono le vite e i sogni di Teresa e Trifone, 30 anni lei e 29 lui. L’interrogatorio di convalida è stato breve. «Il mio assistito si è avvalso della facoltà di non rispondere perché non avrebbe avuto senso, in questa fase, riferire nuovamente rispetto agli addebiti – ha dichiarato all’uscita il suo legale, l’avvocato Roberto Rigoni Stern, incaricato della difesa con il collega Giuseppe Esposito -. Nei prossimi giorni acquisiremo atti e documenti per predisporre al meglio una strategia difensiva in vista dell’udienza al Tribunale del Riesame di Trieste». Rigoni Stern ha poi sostenuto che gli inquirenti siano giunti a indagare Giosuè Ruotolo «andando per esclusione» e ha definito l’ordinanza «contraddittoria». «Ci sono circostanze che la rendono discutibile e confutabile. In primis, rispetto a un movente inverosimile, costruito acquisendo, tardivamente, nuove dichiarazioni da parte dei coinquilini che si sono ricordati che vi sarebbe stata una contrapposizione fisica».

Molto labile, per i legali del militare di Somma Vesuviana, anche la pista del profilo Facebook. «Non può reggere davanti alla Corte di Assise – ha sostenuto Rigoni Ster –. È stato molto enfatizzato: 9 messaggi in otto giorni, inviati ben nove mesi prima dell’omicidio, sono stati interpretati quali veri e propri atti persecutori quando tutti sappiamo che normalmente, nelle conversazioni in rete, quel numero di accessi si raggiunge in pochi secondi». Ruotolo in carcere è descritto come «molto avvilito ma combattivo». Lunedì, in Tribunale a Pordenone, è previsto l’interrogatorio di garanzia per Rosaria Patrone, la fidanzata di Ruotolo accusata di favoreggiamento e attualmente ai domiciliari.