Morì per un melanoma curato con tisane e introspezione: due dottoresse condannate

Nel 2014 una torinese di 53 anni si spense a causa delle metastasi sviluppate da un tumore curato per nove anni con medicina alternativa

Cassazione

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Torino - Nel 2014 la torinese Marina L. morì a 53 anni per le metastasi sviluppate da un melanoma curato con tisane e introspezione psicologica. Una terapia che è finita sotto accusa, insieme al medico che l'ha applicata alla paziente per la quale, "se fosse stata indirizzata subito alla medicina tradizionale, quando ancora non si era manifestato un quadro sintomatologico particolarmente allarmante, con altissima probabilità sarebbe stata ben altra, e migliore, la prognosi di sopravvivenza, oltre che della qualità della sua vita".

Sono queste le parole usate dalla Cassazione ha chiuso la vicenda della 53enne torinese, deceduta dopo nove anni di cure alternative. I supremi giudici hanno respinto l'ultimo ricorso di uno dei due imputati, il medico Maria Gloria Alcover Lillo, rendendo definitiva la sua condanna a tre anni di carcere per omicidio colposo. La collega Germana Durando fu arrestata nell'ottobre del 2021 per scontare una pena detentiva quantificata in tre anni, otto mesi e 26 giorni di reclusione. Durando, omeopata che secondo le accuse si serviva di teorie (mai accettate dalla comunità scientifica) sviluppate dal tedesco Ryke Geerd Hamer e basate sul presupposto che la malattia sia il prodotto di un conflitto psichico, era il medico curante di Marina. La Alcover Lillo, 66 anni, di origini spagnole, iscritta all'ordine dei medici di Modena, era la "mentore" della Durando e, secondo la Cassazione, la supportò "nelle fallimentari scelte terapeutiche".