Cucina italiana candidata a patrimonio Unesco, chef Oldani: "È una medaglia”

Carlo Cracco: “Quando siamo partiti nessuno ci credeva, oggi sta diventando realtà”. I piatti lombardi pronti a salire sul podio

Davide Oldani e Carlo Cracco

Davide Oldani e Carlo Cracco

"La candidatura della cucina italiana a patrimonio dell'Unesco è una fantastica notizia, è una cosa alla quale ho sempre creduto, ci credo oggi e ci crederò sempre di più, proprio perché la cucina rappresenta anche la cultura della nostra bella Italia. E' una medaglia in più per noi italiani. Finalmente non solo noi, ma anche anche il mondo si renderà conto di quello che siamo capaci di fare". E' il commento dello chef Davide Oldani, due stelle Michelin, del ristorante D'O di San Pietro all'Olmo, Cornaredo.

Cucina lombarda da podio

Sono tanti gli chef lombardi che in queste ore festeggiano la candidatura della cucina italiana a patrimonio immateriale dell'Unesco. Il traguardo è il risultato finale di un percorso iniziato nel 2020 ma anche l'inizio di una nuova fase per valorizzare la nostra cucina. Finalmente risotto giallo e l'ossobuco, la mostarda mantovana, la casouela, i casoncelli, la polenta taragna, le polpette o come le chiamano i milanesi i "mondeghini". Ma anche i pizzoccheri della Valtellina e l'orecchia d'elefante, piatti lombardi che raccontano saperi e sapori di un territorio avranno il loro riconoscimento.

Cracco: “Dobbiamo crederci tutti insieme”

"E' incredibile, quando siamo partiti nessuno ci credeva, oggi sta diventando una realtà: la cucina italiana patrimonio Unesco - commenta lo chef milanese Carlo Cracco - Vi rendete conto di che risultato possiamo arrivare a conseguire? Dobbiamo crederci tutti insieme". La candidatura è stata ufficializzata oggi dal Governo su proposta dei ministri dell'Agricoltura e sovranità alimentare Francesco Lollobrigida e della Cultura Gennaro Sangiuliano. E la Commissione nazionale ha dato parere favorevole all'unanimità, alla presenza del sottosegretario alla Cultura Gianmarco Mazzi. "Questa candidatura è una bellissima notizia e valorizza ancora di più il nostro lavoro quotidiano". A promuovere la candidatura "La cucina italiana tra sostenibilità e diversità bioculturale", supportata dal Comitato scientifico preseduto da Massimo Montanari e approvata dal Consiglio Direttivo della Commissione Nazionale Italiana Unesco, sono state l'Accademia italiana della Cucina, Istituzione culturale della Repubblica, la Fondazione Casa Artusi, la rivista gastronomica "La Cucina Italiana", oltre a varie comunità sostenitrici come Slow Food, Alma (Scuola Internazionale di Cucina Italiana), Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) e Unpl (Unione nazionale Pro Loco d'Italia).

Lollobrigida: “La cucina italiana non ha rivali”

"La cucina italiana non è solo cibo o un semplice ricettario ma un insieme di pratiche sociali, abitudini e gestualità basate sui saperi locali, che portano a considerare la preparazione e il consumo del pasto come momento di condivisione e incontro", si legge nel dossier scritto dal professiore della Luiss, Pier Luigi Petrillo, che già in passato aveva curato le candidature all'Unesco di tanti elementi come la dieta Mediterranea e i pizzaiuoli napoletani. "Credo che la cucina italiana non abbia rivali. Bisogna guardarla nella sua prospettiva poliedrica, dal produttore al trasformatore, questo bene prezioso dev'essere raccontato in sala e ai cittadini", ha commentato il ministreo dell'Agricoltura, della Sovranità alimentare, Lollobrigida, alla conferenza stampa di presentazione della candidatura. "Da parte mia ci sarà tutto l'impegno per promuovere la cucina italiana, che significa promuovere un'idea di qualità della vita, del vivere italiano, fatto di arte, cultura, paesaggi, monumenti ma anche di esperienze come quelle delle nostre eccellenze alimentari", ha dichiarato il Ministro della cultura, Sangiuliano. Ora il dossier verrà ora trasmesso dal ministero degli Esteri all'Unesco e inizierà l'iter di valutazione che dovrebbe concludersi, al più tardi, a dicembre 2025.