Covid, Pregliasco: va verso forme più benigne, diversi studi lo confermano

Il virologo milanese: è un'evoluzione vantaggiosa. Baldanti: con la variante Omicron elevata capacità di infezione e minor capacità di creare forme gravi

Milano - Ormai "diversi studi confermano" che il coronavirus Sars-CoV-2 si sta evolvendo in "forme più benigne. E' un'evoluzione vantaggiosa. In termini di capacità evolutiva, sono quelle le varianti che prendono piede ed è così". Questione di sopravvivenza. A evidenziarlo all'Adnkronos Salute è il virologo Fabrizio Pregliasco, commentando uno studio dell'Università di Padova, a cui ha partecipato anche il virologo Giorgio Palù, presidente dell'Agenzia italiana del farmaco Aifa, che ha evidenziato come "la contagiosità è diventata inversamente proporzionale alla letalità: l'evoluzione del Sars-CoV-2 si sta trasformando in forme più 'benigne' rispetto al Covid che abbiamo conosciuto".  "Questo studio non è l'unico e conferma questo dato", conclude il docente di Igiene dell'università Statale di Milano.  

"Noi stiamo vivendo una stagione anomala, perché fa ancora molto caldo, le piante non hanno ancora perso le foglie e l'autunno è in grande ritardo. C'è al momento una scarsa circolazione" del virus di Covid-19, "ma sappiamo che quando inizierà il freddo riprenderà a circolare - ha detto Fausto Baldanti, direttore Uoc di microbiologia e virologia Fondazione Irccs Policlinico San Matteo di Pavia, iVediamo cosa succederà quando le temperature inizieranno ad abbassarsi. Mi aspetto che ci sia una certa ripresa delle infezioni. Ma è una previsione difficile da fare, perché oggi siamo quasi tutti vaccinati. Quasi tutti hanno incontrato il virus, soprattutto la variante Omicron che ha infettato una larghissima parte della popolazione, lasciando dietro di sé una memoria. Quindi adesso abbiamo una memoria immunologica diversa dagli anni 2020 e 2021".

"Il virus si adatta col tempo all'organismo umano e l'organismo umano a sua volta si adatta al virus - spiega Baldanti - Quindi tenderà a tramutarsi in uno dei tanti virus respiratori che affliggono le stagioni fredde. Ma quali siano i tempi di questo evento non lo sappiamo, perché è la prima volta che lo osserviamo. Non si sa se questa evoluzione avverrà nell'arco di un anno o di più tempo. Sicuramente la vaccinazione accelera questo processo perché, stimolando la risposta immunologica in tutti i soggetti, costringe il virus ad adattarsi più velocemente. Quello che osserviamo con la variante Omicron, oltre all'elevata capacità di infezione e una più ridotta capacità di creare forme gravi. Infatti, se confrontiamo le forme severe relative alla Omicron e quelle relative alle prime varianti arrivate in Italia in assenza totale di memoria immunologica nella popolazione, la differenza è evidente. Tuttavia, non si deve dare mai nulla per scontato e si deve sempre tenere la guardia alta". 

"Non si deve dare mai nulla per scontato e si deve sempre tenere la guardia alta"

Intanto continua il rallentamento della pandemia nel mondo: secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) nella settimana tra il 24 e il 30 ottobre sono stati registrati 2,3 milioni di nuovi casi, il 17% in meno rispetto alla settimana precedente. Scende anche il numero di decessi: 9.300 su base settimanale, il 5% in meno rispetto alla scorsa settimana. Contagi e decessi sono in discesa anche in Italia, anche se in numero assoluto restano tra i più alti al mondo.

Per quel che concerne le varianti, si osserva un calo di BA.5 (sceso al 74,9% delle sequenze analizzate) e una crescita delle sotto-varianti BQ.1 e XBB, che sono rispettivamente al 9% e all'1,5%. In crescita anche BA.2.75 arrivata al 3,7%. I dati dell'Oms relativi al monitoraggio delle varianti si fermano, però, al 16 ottobre: lo scenario potrebbe quindi avere già subito cambiamenti di rilievo. Nell'ultima settimana, quattro quinti dei casi globali di  Covid-19 sono distribuiti tra Europa e Regione del Pacifico Occidentale dell'Oms, l'area che comprende, tra gli altri, l'Estremo Oriente e l'Oceania.Tra i Paesi, il primato del numero di contagi spetta alla Germania con 346mila casi, seguita da Giappone (282mila), Stati Uniti (259mila), Cina (257mila) e Corea del Sud (241mila casi).

L'Italia è un soffio dietro, con 208mila casi settimanali (-18% rispetto alla scorsa settimana) ed è uno dei 6 Paesi al mondo con un tasso di contagi superiore ai 300 casi ogni 100mila abitanti (349,6 per 100mila). Il numero più alto di decessi si è verificato in Usa (3.187), seguiti da Russia (567), Italia (559, con un calo del 5% rispetto alla settimana precedente), Brasile (553) e Cina (489).