Covid, bollettino di Lombardia e Italia del 10 settembre: 15.565 contagi e 18 morti

Continua la decrescita del contagio, ma secondo l'Istituto superiore di sanità "c'è un lieve aumento dei casi in età scolare". In Lombardia si registrano 2.310 nuovi casi e 8 decessi

Prosegue il calo di contagi e ospedalizzazioni legati al Covid-19. Nel giro di un mese, il numero di casi settimanali registrati in Italia è passato dai circa 270 mila di inizio agosto ai 120 mila degli ultimi sette giorni. I contagi sono ormai dominati dalla sottovariante Omicron 5, che secondo l’Istituto superiore di sanità (Iss) ha prodotto – in controtendenza all’andamento generale – un aumento dei casi in età scolare.

 

I dati nazionali

Sono 15.565 i nuovi casi di Covid (15.543 ieri) e 18 i morti (59 ieri). Sono 140.365 i tamponi processati, tra molecolari e antigenici, che fanno rilevare un tasso di positività all'11,1% (11,3% ieri). In calo i ricoveri (-81 da ieri per un totale di 3.936) mentre sono in leggero aumento le terapie intensive (+1 da ieri per un totale di 173).

I dati regionali

Sono 2.310 i nuovi contagi Covid registrati in Lombardia nelle ultime 24 ore. I tamponi effettuati sono stati 20.144, per un tasso di positività del 11,4%. I morti sono stati 8, per un totale di 42.359 decessi da inizio pandemia. I ricoveri ordinari negli ospedali lombardi sono 502, 6 in più rispetto alla giornata di ieri, mentre quelli in terapia intensiva rimangono 13. Lo riferisce la Regione nel bollettino quotidiano.  In provincia di Milano i nuovi positivi sono 537. A Bergamo 285, a Brescia 382, a Como 138, a Cremona 100, a Lecco 84, a Lodi 51, a Mantova 116, a Monza e Brianza 174, a Pavia 135, a Sondrio 50 e a Varese 197.

 

Il fronte scuola e i contagi tra gli studenti

Rispetto ai dati nazionali, l’Iss un “leggero aumento” dei casi “segnalati nella popolazione in età scolare”. In particolare, “nell'ultima settimana il 24 per cento dei casi in età scolare è stato diagnosticato nei bambini sotto i 5 anni, il 34 per cento nella fascia d'età 5-11 anni, il 42 per cento nella fascia 12-19 anni”. Il dato, con l’apertura delle scuole, è destinato a peggiorare nelle prossime settimane.

E sul fronte scuola non mancano le critiche. “La raccomandazione di tenere il più possibile le finestre aperte” in aula per ridurre il rischio di Covid “è abbastanza discutibile, e vuole distrarre da quello che non è stato fatto e cioè dotare le scuole di dispositivi che purifichino l'aria”. Queste le contestazioni della virologa Maria Rita Gismondo riguardo le indicazioni fornite dalle autorità sanitarie per lezioni sicure in presenza.

Anche “per quanto riguarda l'uso delle mascherine, avendo dato ai presidi la facoltà di farle utilizzare, credo che molti, per non sentirsi responsabile di eventuali contagi, finiranno per farle usare. È la solita maniera italiana di non avere coraggio nelle decisioni”, conclude l'esperta.

 

Le sottovarianti Omicron e il rischio per i non vaccinati

La variante Omicron ha raggiunto in Italia una prevalenza stimata del 100 per cento. Il rapporto settimanale dell'Istituto superiore di sanità ha rilevato, in particolare, che la sotto-variante BA.5 è cresciuta rappresenta circa il 91 per cento dei casi (era al 75 nell'indagine precedente). In diminuzione BA.2 (all’1,4 per cento) e BA.4 (6,7).

Come rilevato da due anni, il tasso di ricovero in terapia intensiva per i non vaccinati contro Covid-19 è maggiore rispetto ai vaccinati con ciclo completo o con dose booster. Secondo l’ultima rilevazione, è circa cinque volte più alto.