Covid, rischio malattie del cervello fino a 4 volte superiore: da alzheimer a ictus

Uno studio rivela la maggiore possibilità di sviluppare patologie neurodegenerative dopo il Coronavirus tra i pazienti non ricoverati

La scoperta dei ricercatori

La scoperta dei ricercatori

Non solo perdita di memoria, 'nebbia mentale' e possibile 'riduzione' del cervello tra i sintomi neurologici di chi ha contratto il Coronavirus nella prima ondata. Secondo un nuovo studio aumenta da 2 fino a quattro volte di più il rischio di sviluppare malattie neurodegenerative (come Alzheimer e Parkinson) dopo il Covid tra pazienti non ricoverati per l'infezione. Tra le malattie figurano anche ictus ischemico ed emorragico. È quanto emerge dallo studio condotto da Pardis Zarifkar, del Dipartimento di Neurologia del Rigshospitalet di Copenaghen, Danimarca e presentato all'ottavo congresso dell'Accademia europea di neurologia. Lo studio, che ha analizzato le cartelle cliniche di oltre la metà della popolazione danese, ha rilevato che coloro che erano risultati positivi al Covid-19 presentavano un rischio maggiore di Alzheimer, Parkinson e ictus ischemico.

Su 919.731 persone che hanno effettuato il test Covid-19 nell'ambito dello studio, i ricercatori hanno scoperto che le 43.375 persone risultate positive avevano un rischio 3,5 volte maggiore di ricevere una diagnosi di malattia di Alzheimer, 2,6 volte di malattia di  Parkinson, 2,7 volte di ictus ischemico e 4,8 volte maggiore di emorragia intracerebrale (emorragia nel cervello). "A più di due anni dall'inizio della pandemia - spiega Zarifkar - la natura precisa e l'evoluzione degli effetti del Covid-19 sui disturbi neurologici sono rimaste non chiare. Studi precedenti hanno stabilito un'associazione con diverse sindromi neurologiche, ma finora non è noto se il Covid-19 influenzi  anche l'incidenza di specifiche malattie neurologiche e se i suoi effetti differiscano da altre infezioni respiratorie". 

Rispetto a una diagnosi di influenza o altre malattie respiratorie, comunque, i pazienti Covid non sembrano molto più in pericolo di conseguenze neurologiche, anche se è emerso che presentavano un rischio quasi doppio (1,7 volte maggiore) di ictus ischemico rispetto ai pazienti con influenza e polmonite batterica di età superiore a 80 anni.