Coronavirus in Lombardia: 468 morti, 135 in un giorno. Gallera: posti in hotel e fiere

La Regione chiede la linea dura al Governo: fermare tutto per 15 giorni

L'assessore Gallera e il presidente Fontana (foto di archivio)

L'assessore Gallera e il presidente Fontana (foto di archivio)

Milano, 10 marzo 2020 - È salito a 468 il numero dei morti per coronavirus in Lombardia, 135 in più rispetto a ieri. Lo ha detto l'assessore al Welfare della Lombardia Giulio Gallera in conferenza stampa, sottolineando che si tratta di  "un numero ampio". Complessivamente i casi positivi sono 5.791, circa 330 più di ieri, ma la cifra, ha spiegato Gallera è influenzata dal fatto che molti campioni arrivano in orari differenti e i dati quindi non sono sempre omogenei. Ieri la crescita era stata di circa 1.200. I ricoveri sono 505 in più, 3.319, e quelli in terapia intensiva aumentano a 466 (+26). I dimessi sono 896. I posti letto in terapia intensiva sono 644, nel complesso sono stati gestiti 778 pazienti, di cui 103 dimessi e 80 deceduti. In Lombardia si registrano alcune "criticità" per la gestione dei cadaveri positivi al coronavirus. Lo ha riferito l'assessore Gallera, che ha precisato.  "Stiamo semplificando le procedure di chiusura delle bare affinché possano essere portate in obitori e cimiteri". 

La Provincia di Bergamo è quella con il maggior numero di contagiati da coronavirus in Lombardia: 1.472, con un aumento da ieri di 248. Lodi invece si 'ferma' a 963, 35 più di ieri, a dimostrazione che la zona rossa è servita. A Brescia i contagiati sono 790 (+51), a Como 46, a Cremona 957 (+41), a Lecco 89 (+25), a Milano 592 (+86) . Sono 119 a Mantova, a Sondrio 7, a Pavia 324 a Varese 50.

Chiesta la linea dura: stop per 15 giorni

"La sensazione è che ancora non sia ben chiara presso tutti, colleghi delle Regioni e qualche rappresentante del governo, la reale situazione che stiamo vivendo in Lombardia". Lo ha detto il presidente della regione Lombardia, Attilio Fontana, nel corso della conferenza stampa sull'emergenza coronavirus. Oggi pomeriggio il governatore lombardo ha avuto un confronto col governo e le altre regioni.  "Con i sindaci  - ha detto Fontana - abbiamo preparato una lettera sottoscritta da tutti i sindaci che ho illustrato nell'incontro finito pochi minuti fa col Governo. E' necessario intervenire in maniera rigorosa perché il sistema sanitario lombardo inizia a essere vicino a un momento di difficoltà e non possiamo permetterlo, dobbiamo invertire la tendenza prima. Mi auguro che il Governo, che si riunirà domattina, potrà prendere in considerazione nuove misure legate alla condizione particolare della Regione Lombardia". In particolare, la Regione Lombardia chiede la linea dura, durissima, per fermare l'aumento di casi di coronavirus. Il messaggio del governatore della Regione Attilio Fontana non lascia spazio a equivoci: "E' il tempo della fermezza. Ho incontrato i sindaci dei capoluoghi lombardi e il presidente di Anci Lombardia (Mauro Guerra ndr), chiedono tutti la stessa cosa: chiudere tutto adesso (tranne i servizi essenziali) per ripartire il prima possibile. Le mezze misure, l'abbiamo visto in queste settimane, non servono a contenere questa emergenza". Secondo Fontana, che oggi ha terminato il suo autoisolamento, si dovrebbero "chiudere le attività commerciali" non essenziali e "il trasporto pubblico locale e quelle attività imprenditoriali che possono essere chiuse".  

D'accordo anche l'assessore al Welfare Giulio Gallera: "Gli esperti ci dicono che se fermiamo il Paese per 15 giorni poi riusciamo a sconfiggere questo virus, fermarlo vuol dire probabilmente chiudere le attività produttive, bloccare i mezzi di trasporto, stare a casa e a quel punto possiamo forse ricominciare in un lasso di tempo molto breve". Sulla chiusura dei negozi, Gallera ha poi precisato che quelli di beni di prima necessità, come supermercati e farmacie "rimarranno sempre aperti, anche in caso di chiusura di tutto il resto delle attività produttive", quindi "non c'è nessuna necessità" di mettersi in coda.  "Altri 15-20 giorni di una corsa così forsennata di persone al pronto soccorso e alla terapia intensiva noi non li reggiamo".  Sebbene ci siano "province con un numero di casi molto limitato come Como, Varese e Sondrio", un "eventuale provvedimento molto duro va fatto per tutta la Regione" ha spiegato. "La velocità con cui si sta diffondendo questo virus è enorme, giovedì 28 febbraio avevano in terapia intensiva 57 persone, sabato 9 cioè a distanza di nove giorni avevamo in terapia intensiva 399 persone, cioè un incremento dell'utilizzo della terapia intensiva del 700%. Questo dato proiettato in prospettiva, se non facciamo nulla fa venire i brividi a tutti".

Gallera: pronti a creare 500 posti in Fiera

"Stiamo cercando di far ruotare il più possibile i pazienti, attraverso dimissioni precoci che possano portare i pazienti o al proprio domicilio o in strutture protette a concludere la fase di negativizzazione" dal coronavirus. Ha detto Gallera, ed ha aggiunto: "Stiamo andando ad individuare strutture alberghiere, pensando di realizzare reparti in spazi più ampi come spazi fieristici e altro per questi pazienti in via di dimissioni. E' uno degli strumenti che stiamo cercando di adottare e ci consentirebbe di alleggerire le strutture ospedaliere. Appena ci dicono che ci sono respiratori e personale siamo prontissimi" ad allestire una nuova area con 500 posti letto per la terapia "in Fiera o in strutture socio assistenziali vuote o che si possono svuotare subito". La disponibilità data dalla protezione civile nazionale ad allestire una nuova area da 500 posti per i malati Covid "l'abbiamo presa sul serio" ma "è legata alla disponibilità di respiratori e personale, poi i letti li possiamo comprare noi".

Intanto, ha aggiunto Gallera, "siamo riusciti in 15 giorni ad aprire altri 150 posti di terapia intensiva, oggi siamo a 223 posti in più e contiamo di aprirne altri 150 nel giro di 7 giorni. Sono diventati 1.600 i caschi CPAP, ne abbiamo ordinati e ne stanno arrivando altri 500 entro domani. Abbiamo bisogno di un sistema sanitario che rimanga solido nel dare risposte e per fare questo abbiamo bisogno di contenere la diffusione del virus. Dove le persone rimangono al loro domicilio, dove vi è una riduzione drastica della vita sociale, i risultati ci sono. Lo vediamo nella zona rossa del lodigiano, dove negli ultimi giorni c'è un crollo dei positivi. Tutto questo funziona, la diffusione si riduce e si può addirittura bloccare", ha concluso Gallera.

Nuovi medici e infermieri

"Oggi è stato pubblicato un decreto legge che rende più flessibili le assunzioni per gli specializzandi. Quindi stiamo uscendo con un avviso per medici specializzandi e infermieri che gestiremo a livello centrale. Per i contratti a tempo determinato,li lasceremo fare alle aziende". Ha detto Gallera, che ha aggiunto: "Pronti 200 specializzandi in anestesia e rianimazione, grazie ai quali garantiamo l'estensione dei posti letto nelle rianimazioni". Inoltre "entro domani si laureeranno nuovi 250 infermieri"

Fontana: così non possiamo resistere per molto

"Noi stiamo riuscendo per il momento a tenere testa a tutte le esigenze e le necessità, però non possiamo resistere ancora per molto tempo" ha detto il presidente Attilio Fontana, in un video sulla sua pagina Facebook, parlando dell'emergenza coronavirus. "Abbiamo bisogno che ci sia una vera inversione di tendenza, che la gente interrompa il diffondersi di questo contagio, abbiamo bisogno che i numeri inizino a ridursi, di una maggiore coscienza da parte di tutti". "Nella zona rossa, quella di più alto contagio, dove si sono prese le misure più rigorose e draconiane, si inizia a vedere qualche sintomo di rallentamento nella diffusione del virus. Se questo ha un significato, dobbiamo estendere quelle misure, il più possibile, al resto della Regione". Secondo il governatore, in Lombardia sono stati fatti miracoli per raddoppiare il numero di posti letto in terapia intensiva. Ma "se la progressione sarà quella attuale ancora per un po' - avverte - anche noi non saremo più in grado di fare altri miracoli di questo genere".  Infine un appello alla popolazione: "Noi sconfiggeremo il virus, ma è necessario fare sacrifici: convincere nonni e genitori a rimanere in casa e non uscire, cercando di aiutarli per fare la spesa, o per farli sentire meno soli. E rispettare le norme di igiene. Cerchiamo di farlo per quindici giorni, proviamoci. Se lo facciamo tutti, per quindici giorni, ci ritroveremo a parlare del virus come di un brutto ricordo".

I sindacati: sì allo stop

Lo stop vede il parere concorde dei sindacati. Cgil, Cisl e Uil Lombardia hanno scritto al Presidente della Regione affinché si fermi ogni attività economica, produttiva, di servizio che non sia essenziale. Nella nota firmata da Elena Lattuada, Ugo Duci eDanilo Margaritella si legge: "A noi pare di tutta evidenza che le misure sin qui messe in campo non sono, purtroppo, sufficienti; se milioni di persone continuano a doversi muovere nei nostri territori per andare a lavorare, se viaggiano a stretta vicinanza sui mezzi pubblici, se lavorano fianco a fianco nelle fabbriche, negli uffici, nelle aziende di servizi, ecc., le probabilità di contagio restano altissime. Inoltre non si può tacere il crescente stato di confusione che stanno generando le differenti scelte organizzative e operative che le singole aziende e amministrazioni pubbliche stanno mettendo in campo, nella ricerca, per approssimazione, di far fronte alle tante, diverse e complesse situazioni che si presentano".

Bergamo, Gori: dobbiamo fermarci

Una posizione condivisa anche dal sindaco di Bergamo Giorgio Gori, che ieri attraverso Twitter aveva lanciato un appello: "Dobbiamo fermarci, cambiare il calendario e considerare i prossimi 15 giorni come le settimane centrali di agosto. Fermare le imprese, i negozi, tutto tranne i servizi essenziali, mandare la gente in ferie. Recupereremo dopo, quando potremo ripartire". La Bergamasca è una delle zone più colpite dall'emergenza coronavirus e gli ospedali lombardi sono sotto pressione. 

Il sindaco di Codogno: guerra da vincere insieme

Anche se la zona rossa non esiste più, il presidente della provincia di Lodi, Francesco Passerini, che è anche sindaco di Codogno ha invitato tutti a "continuare su quelli che sono comportamenti virtuosi e attenti che possono andare a beneficio della salute di tutti". Il suo è un appello perché "tutti dobbiamo prenderci un pezzo di responsabilità e con i nostri comportamenti cercare insieme di vincere in questa guerra". 

Ex tronista ricoverato

''Ho 37 anni, ho sempre amato lo sport,  sono sempre stato iperattivo e salutista... Vi parlo dal letto dell'ospedale Sacco... mentre scrivo ho le lacrime agli occhi, ho bisogno dell'ossigeno per non avere problemi a respirare, ho continuamente febbre, ho una polmonite interstiziale... mi hanno già fatto 2 tamponi per il Covid 19 entrambi risultano negativi... me ne hanno fatto un terzo questa mattina... perché quello che ho è esattamente la sintomatologia di questo virus...''. Questa la drammatica testimonianza dell'ex tronista di 'Uomini e donne' Leonardo Greco che su facebook mostra una sua foto in un letto di ospedale attaccato all'ossigeno.  ''Vi scrivo per farvi capire che non è un gioco non è uno scherzo - sottolinea - non si ammalano solo 'i vecchi'... pensate a voi pensate a vostri cari... l'unico modo per aiutarci è stare a casa. Fatelo per favore. Spero che la mia testimonianza possa servire.