Coronavirus, l’emergenza dei ricoveri in Lombardia

Crescono i pazienti in ospedale. All’ex centro militare di Baggio il primo malato negli spazi della Difesa

Arrivo del primo paziente positivo al Coronavirus all'ospedale militare di Baggio

Arrivo del primo paziente positivo al Coronavirus all'ospedale militare di Baggio

Milano, 7 marzo 2020 - Più medici, più misure restrittive e soprattutto, più posti letto. In rianimazione e non. La situazione degli ospedali lombardi è sempre più complessa. La progressione dei casi parla chiaro. Il 28 febbraio erano  320 i pazienti ricoverati, di cui 85 in terapia intensiva. Il giorno dopo erano 336, per salire a 512 il 1° marzo. Di questi 106 in terapia intensiva. Una situazione che ha costretto la Regione a trovare sempre nuovi posti in Rianimazione, a far spazio nei reparti ordinari, non solo negli ospedali più esposti. L’altro ieri i dati parlavano di 1.413 ricoverati di cui 244 in terapia intensiva. L’ultimo dato arriva a 1.622, di cui 309 in Rianimazione. «E - ha detto l’assessore al Welfare Giulio Gallera – con duecento ricoveri al giorno siamo in crisi».

Il primo, attesissimo, paziente positivo al coronavirus è arrivato ieri all’ex ospedale militare di Baggio, in via Saint Bon, a Milano, all’interno della caserma Annibaldi, alla periferia ovest della città. E’ in questo centro sanitario che da lunedì scorso sono pronte 13 stanze, in un’area di biocontenimento, per ospitare i malati dimessi dagli ospedali, in via di guarigione, che in questo modo possono completare il percorso di terapia in isolamento e in tutta sicurezza lasciando posto a chi ha più bisogno nelle strutture ospedaliere civili della Lombardia che da settimane sono in sofferenza per il carico di lavoro. Il primo paziente affetto da Covid-19 e in condizioni in netto miglioramento è stato trasferito ieri dall’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, con un’ambulanza che è arrivata preceduta da un’automobile dei carabinieri. Ospedalizzato nel pomeriggio nel centro milanese dell’Esercito, in ritardo di qualche ora rispetto ai piani perché in base a quanto appreso si è dovuta attendere la disponibilità del mezzo di trasporto, verrà ora seguito da medici e personale infermieristico finché non sarà più affetto da coronavirus.

"Già da inizio settimana il centro ha predisposto un’ area di biocontenimento per i pazienti positivi asintomatici trasferiti dagli ospedali della Lombardia per liberare posti letto nelle strutture sanitarie civili", spiega una nota della direzione della struttura.  E i pazienti erano attesi fin da lunedì. Ma in una situazione così delicata, in cui è difficile programmare perché lo scenario cambia da un’ora all’altra, si è dovuto aspettare ancora qualche giorno perché effettivamente qualcuno fosse fisicamente trasferito a Baggio. Anche perché nel frattempo alcuni dei malati destinati all’ex ospedale militare sono guariti e di conseguenza sono tornati a casa senza passare dalle stanze preparate per loro. Un buon segno, in una situazione tutt’altro che rasscurante. È successo giovedì, quando l’unica persona proveniente da Bergamo è risultata negativa all’ultimo controllo ed è stata dimessa. Direttamente. Sempre giovedì era stato annunciato l’arrivo, previsto per ieri, di due pazienti da Busto Arsizio. Ma anche le loro condizioni sarebbero nel frattempo migliorate. E ne è arrivato un altro da Bergamo. Il primo.

A Baggio sono 40 i posti a disposizione in 13 stanze in un’ala del complesso che è stata sistemata in meno di una settimana per ricreare un ambiente il più possibile adatto anche a ospitare famiglie (si pensi a quelle in quarantena per il contagio propagatosi tra le mura domestiche), grazie agli specialisti dell’Esercito affiancati da esperti arrivati apposta dal Policlinico militare del Celio di Roma, compreso un infettivologo. Sono state create due aree ben separate tra quella contaminata e quella definita pulita. E altri 56 posti sono stati ricavati in una seconda struttura nel Comando Aeroporto di Linate dell’Aeronautica Militare che spalancherà le porte in caso di necessità, su richiesta delle autorità. Anche in questo caso è tutto già pronto. In totale, quindi, i letti sono 96. "La Difesa ha reso disponibile un totale di circa 2.200 stanze e 6.600 posti letto distribuiti su tutto il territorio nazionale, a favore dei cittadini che debbano eventualmente sottoporsi al periodo di sorveglianza", era stato sottolineato in una nota dei giorni scorsi. Con un team presente in ogni struttura per monitorare i possibili casi di contagio. E tenere sotto controllo l’evoluzione della malattia e, soprattutto, abbattere quindi la potenziale diffusione del virus, che sta mettendo a dura prova la situazione degli ospedali, proprio nel cuore di una Lombardia sempre più in difficoltà.