Coronavirus in Lombardia, 400 persone in terapia intensiva: un terzo ha meno di 65 anni

I contagiati sono 769 più di ieri, i decessi 257. L'assesore Gallera ribadisce di "ridurre drasticamente la vita sociale"

Milano, mascherine contro il coronavirus

Milano, mascherine contro il coronavirus

Milano, 8 marzo 2020  Approvato nella notte il decreto del Governo che prevede nuove misure nazionali di contenimento dell'emergenza coronavirus e dispone il "vincolo di evitare ogni spostamento" nell'intera Lombardia e in 14 province di Veneto, Emilia Romagna, Piemonte, Marche, resta il nodo dell'interpretazione delle disposizioni, da più parti giudicate "poco chiare". Per questo stamattina i vertici delle forze dell'ordine milanesi si sono riuniti in prefettura, mentre i sindaci delle zone rosse del Lodigiano hanno scritto al presidente Conte per chiedere indicazioni chiare.

I numeri

"I numeri di oggi sono quelli di una battaglia sempre più difficile". Lo ha dichiarato l'assessore al Welfare di Regione Lombardia Giulio Gallera nel consueto punto stampa in regione Lombardia. "I positivi in Lombardia sono 4.189, con una crescita di 769 da ieri. Nelle terapie intensive siamo arrivati a 399 persone con un incremento di 40. 756 sono le persone in isolamento domiciliare. 550 sono le persone dimesse. Crescono i decessi siamo a 257 persone, con un incremento di 113". Fra l'altro, il 35% dei 399 ricoverati in terapia intensiva a ha meno di 65 anni. Nel quadro del contagio in regione, al primo posto si trova la provincia di Bergamo con 997 casi (cioè 236 più di ieri), seguita da quella di Lodi con 811 positivi, solo 42 più di ieri, segno che le misure della zona rossa finora sono servite, secondo Gallera. Al terzo posto si piazza la provincia di Cremona (665, +103), seguita da Brescia (501), Milano (406, di cui 171 in città), Pavia (243), Monza (59), Mantova (56) Lecco (53), Varese (32), Como (27) e Sondrio sei.

L'assessore ha ribadito che "bisogna ridurre in maniera drastica qualunque tipo di attività sociale: è l'unica arma per ridurre la diffusione del virus". Dal Dpcm, ha aggiunto giunge un "forte monito, una posizione formale: sono consentiti gli spostamenti dal proprio domicilio al lavoro e dal lavoro al proprio domicilio" oltre a quelli "strettamente necessari legati al mangiare, alle medicine, alle emergenze sanitarie". Perchè ha poi detto "non esistono farmaci specifici per combattere il coronavirus, proviamo a dare farmaci per altri tipi di virus ma abbiamo alcuna certezza che funzionino ed un vaccino sarà pronto tra mesi". Riguardo al decreto, l'assessore ha però sottolineato che ha creato "dubbi" nei cittadini, aggiungendo che "le interpretazioni le dovrà dare il governo che lo ha scritto, recependo solo in parte le indicazioni della Regione".

Le decisoni della Giunta

Poi, illustrando una delibera approvata dalla Giunta straordinaria che si è riunita oggi, Gallera ha fatto sapere che sono stati "individuati 18 ospedali HUB che si occuperanno dei grandi traumi, delle urgenze neurochirurgiche, neurologiche stroke e cardiovascolari. L'obiettivo e' quello di creare maggiore disponibilita' negli altri ospedali per pazienti affetti da Covid-19". "Sugli ospedali Hub -ha spiegato - si concentra l'attivita' di erogazione delle prestazioni relative alle reti tempo dipendenti (es. infarto, ictus..) e alle patologie le cui cure non possono essere procrastinate. Questi presidi dovranno garantire l'accettazione continua nelle 24 ore di tutti i pazienti che si presentano, potendo anche contare su piu' equipe disponibili di cui almeno una in guardia attiva, con un percorso separato e indipendente per pazienti affetti da Covid-19 rispetto agli altri pazienti e svolgere la propria attivita' attraverso la collaborazione di equipe provenienti e messe a disposizione da altri erogatori pubblici e privati accreditati e a contratto. In questa situazione di emergenza e' stata configurata una riorganizzazione tenendo presente la distribuzione geografica nell'ambito di un sistema fortemente integrato, in grado di agire secondo protocolli condivisi".

Trasferiti pazienti in terapia intensiva

Il commissario Angelo Borrelli ha comunicato la necessità di trasferire 73 pazienti di terapia intensiva dalla Lombardia e i primi 13 verranno accolti dalle regioni Piemonte, Liguria e Friuli Venezia Giulia. Due pazienti in terapia intensiva all'ospedale di Pavia, non affetti da coronavirus, sono stati trasferiti all'ospedale di Moncalieri, secondo quanto si apprende dalla Protezione civile. È il primo intervento effettuato dalla Centrale remota per le operazioni di soccorso sanitario (Cross) per alleggerire le terapie intensive della Lombardia, ormai ai limiti della capienza. Potrebbero essere in tutto una ventina i pazienti che la Lombardia chiederà di trasferire nelle regioni limitrofe, Liguria e Piemonte in primis: si privilegiano i degenti in terapia intensiva con patologie diverse dal coronavirus per evitare tutte le complesse procedure legate al trasferimento di questo tipo di pazienti. In Friuli Venezia Giulia saranno quattro i pazienti trasferiti: tre pazienti negativi al coronavirus provenienti dal Sacco di Milano e dall'ospedale di Bergamo andranno al Cattinara di Trieste e uno, positivo al Covid-19, proveniente dall'ospedale di Cremona, verrà trasferito al nosocomio di Udine.

Fontana: "Misure più rigide"

Il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana avrebbe preferito "misure più rigide che attengono al cosiddetto distanziamento sociale, avrei cercato di impedire occasioni di contatto perche' il vero problema di questa emergenza e' che la gente, a ieri, non si e' resa davvero conto della situazione". "E' una situazione in cui tutti dobbiamo fare un piccolo grande sforzo - ha detto - Tutti quanti dobbiamo rinunciare a una parte della nostra liberta', tutti quanti dobbiamo porre essere dei comportamenti virtuosi che consentano a questo virus di non circolare piu', che si interrompa la catena del contagio. Purtroppo qualcuno l'ha capito ma molti no, ecco perche' dico che sarebbero forse dovuti essere piu' impegni per mettere di fronte a una realta' oggettiva i nostri cittadini".

Niente posti di blocco

In attesa di direttive precise, a Milano non saranno organizzate cinturazioni o posti di blocco per controllare chi entra ed esce dalla città. Nella seduta del comitato per l'ordine e la sicurezza, presieduto dal prefetto Renato Saccone, si è invece deciso di stabilire controlli a tappeto per assicurarsi che negozi e locali rispettino le norme sull'assembramento e sugli orari, dunque facendo in modo che i clienti rispettino la distanza di almeno un metro.

Lettera dei sindaci a Conte

"Vogliamo dal governo informazioni chiare e interpretazioni autentiche del decreto firmato questa notte" dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte sulle nuove misure per limitare il contagio del Coronavirus: è quanto chiedono in una nota i sindaci dei due più grandi Comuni  inseriti nella zona rossa del lodigiano Elia Delmiglio (Casalpusterlengo) e Francesco Passerini (Codogno). "Le nostre comunità - sottolineano - hanno dimostrati rispetto delle prescrizioni, pazienza e pacatezza e oggi pretendono semplicemente chiarezza. Domani chi va a lavorare e chi riapre l'attività deve sapere cosa può o non può fare e gli operatori sanitari devono avere a disposizione norme chiare".

Assolombarda sulle merci

"Nessun blocco ad attività produttive e lavorative nè a trasporti e circolazione delle merci".  Le merci non si fermano ma "è opportuno adottare misure di prevenzione e di cautela nei confronti dei trasportatori". Lo sottolinea Assolombarda provando a chiarire alcuni nodi del decreto in vigore da oggi fino al 3 aprile. "Gli autisti non possano scendere dai mezzi e siano muniti di dispositivi medici di protezione e prevenzione quali mascherine e guanti monouso; se il carico/scarico richiede la discesa dal mezzo deve essere mantenuta la distanza di sicurezza (1 metro) e la documentazione di trasporto sia trasmessa in via telematica".

Chiuso il Duomo di Milano

La Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano, in una nota, comunica la sospensione dell'accesso al Complesso Monumentale per i turisti. "Come da indicazioni dell'Arcidiocesi di Milano, resta accessibile l'area riservata alla preghiera». La decisione è stata presa "conformemente alle disposizioni contenute nel Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri dell'8 marzo 2020 in materia di contenimento del contagio da Coronavirus, facendo seguito ai successivi chiarimenti ricevuti dalle autorità competenti e dalla Prefettura di Milano".

Stop alla tassa di soggiorno sul Garda

Niente tassa di soggiorno fino al 31 maggio sul versante bresciano del lago di Garda. "Un modo concreto - ha detto il sindaco di Manerba e presidente dell'Unione dei Comuni della Valtenesi, Flaviano Mattiotti - per andare incontro alle esigenze delle nostre strutture ricettive". La sospensione sarà in vigore fino al 31 maggio, "ma se sarà necessario - è stato chiarito - prorogheremo il termine".