Focolai Covid e pochi vaccinati: ecco i Comuni in zona rossa (e quelli che la rischiano)

L'Italia è tutta in zona bianca, la Sicilia ci tornerà sabato, ma ci sono alcuni territori in lockdown. Ecco quali

Emergenza Covid

Emergenza Covid

L'Italia è in zona bianca dal 28 giugno: tre mesi e mezzo di vita sostanzialmente senza restrizioni (quanto meno quelle vissute nei mesi più duri della pandemia), salvo l'obbligo di mascherina al chiuso e quello di mostrare il Green pass al ristorante, al museo, nelle scuole, sui treni e gli aerei. Per la Sicilia l'idillio è durato poco: già il 30 agosto è rientrata in zona gialla a causa del superamento dei limiti nelle ospedalizzazioni (il 10% per l'occupazione dei posti in rianimazione e il 15% per i posti letto nella cosiddetta area medica non critica). Ci resterà almeno fino a sabato 9 ottobre o lunedì 11salvo impennate dei ricoveri che faranno slittare ancora il suo rientro in zona bianca. "Oggi è trascorso il 14esimo giorno dal rientro dai parametri di zona e si attende per domani la decisione della cabina di regia che ci è stata anticipata che porterà alla zona bianca per tutta la Regione - ha detto l'assessore alla Salute della Regione siciliana, Ruggero Razza, presentando il nuovo bollettino settimanale sull'andamento del Coronavirus in Sicilia -. Il provvedimento è atteso nella giornata di domani". "Il provvedimento di conversione della fascia di competenza sarà immediato e si attende che produca i suoi effetti già da sabato, questo quanto mi ha anticipato il ministro della salute, Roberto Speranza".

Ma al netto dei colori delle regioni, ci sono singoli comuni o anche gruppi di comuni che a causa di focolai di coronavirus, non sono né in zona bianca né gialla bensì rossa: la situazione di chiusura più ferrea. Accade in Calabria, in Sardegna e rischia di accadere in Sicilia. Vediamo quali sono i comuni in lockdown.

Calabria

Il 2 ottobre il presidente facente funzioni della Regione Calabria, Nino Spirlì, ha firmato un'ordinanza con la quale è stata istituita la zona rossa nel Comune di Nardodipace (Vibo Valentia), e nella frazione Barritteri di Seminara (Reggio Calabria), diventati focolaio di Covid-19. Le misure sono in vigore dal 2 ottobre per 10 giorni, fino a tutto l'11 ottobre. Per quanto riguarda Nardodipace il provvedimento si è reso necessario dopo che il dipartimento di prevenzione dell'Asp di Vibo Valentia ha comunicato che nel comune "risultano 12 cittadini contagiati da Covid-19, con un incremento negli ultimi 8 giorni di 12 soggetti positivi, pari a 10,23 positivi per 1.000 abitanti, dato che - si legge nell'ordinanza - rappresenta un'incidenza significativa in rapporto al numero dei tamponi eseguiti e della popolazione residente". Con riferimento alla frazione Barritteri l'ordinanza regionale riporta che "il dipartimento di prevenzione dell'Asp di Reggio Calabria ha comunicato che si e registrata una crescita esponenziale di soggetti positivi al Covid-19 con 40 casi totali su una popolazione di 839 abitanti". 

Sardegna

Mentre la Sardegna registra negli ultimi giorni l'Rt più basso d'Italia, 0.62, c'è un Comune del sud dell'Isola che torna in lockdown: è Villamassargia, poco meno di 3.500 abitanti nel Sulci Iglesiente. Il territorio comunale ripiomba in zona rossa con uniordinanza del sindaco dopo che è stata registrata "l'espansione di focolai con un numero di contagiati pari a 34 rispetto a quelli riscontrati nell'intero territorio del Sulcis Iglesiente pari complessivamente a 94". Da qui la decisione della sindaca Debora Porrà di imporre misure di contenimento stringenti "limitando tutti gli spostamenti non strettamente necessari per lavoro, lo studio o salute e tutte le occasioni di assembramenti, così come previste nelle cosiddette zone rosse, per un periodo non inferiore a ulteriori 10 giorni".

Sicilia

La situazione peggiore però la rischia, ancora una volta la Sicilia. In provincia di Messina ci sono 21 comuni che rischiano di diventare zona rossa se entro il 15 ottobre non avranno raggiunto l'obiettivo minimo fissato dal commissario nazionale per l'emergenza Covid-19, del 75% di immunizzazioni. "Ho inviato una lettera ai sindaci di questi comuni per invitarli a portare avanti insieme all'ufficio emergenza Covid e all'Asp di Messina tutte le iniziative possibili, oltre a quelle già in atto, per incentivare le vaccinazioni". A dirlo è il commissario straordinario dell'Azienda sanitaria provinciale di Messina, Bernardo Alagna.  Si tratta dei comuni di Valdina, Tortorici, Scaletta Zanclea, Savoca, Sant'Alessio Siculo, Santa Teresa Riva, Rometta, San Filippo del Mela, Pace del Mela, Lipari, Leni, Itala, Giardini Naxos, Gaggi, Furnari, Furci Siculo, Fiumedinisi, Castelmola, Casalvecchio Siculo, Alì Terme ed Alì.

"La data del 15 ottobre non è solo quella dell'entrata in vigore del Green pass obbligatorio sul posto di lavoro - ricorda Alagna - ma anche quella in cui la Regione valuterà provincia per provincia il raggiungimento del target minimo del 75%". I 21 comuni a rischio hanno un tasso di persone vaccinate tra il 50 e il 60% e al di sotto della media regionale che è sopra del 78%, spiegano dall'Asp di Messina.  "Tale condizione - sottolinea ancora il commissario - determina un aumento della possibilità che questi comuni possano dopo il 15 ottobre essere definiti come 'zone ad alto rischio', con pesanti ripercussioni per la salute pubblica e anche con ricadute sulle attività economiche locali. Invitiamo le rispettive comunità a una più ampia partecipazione alla campagna vaccinale". 

Le regole della zona rossa 

Si potrà uscire di casa solo con mascherina obbligatoria e autocertificazione e viene istituito il coprifuoco dalle 22 alle 5 del giorno successivo. Chiusi tutti gli esercizi commerciali, fatta eccezione per le attività di vendita di generi alimentari e di prima necessità (comprese farmacie, parafarmacie, edicole e tabacchi), stop ad eventi e manifestazioni civili e religiose. Consentiti gli spostamenti necessari ad assicurare lo svolgimento della didattica in presenza nei limiti previsto dalla normativa ed è consentito, a un solo componente del nucleo familiare, per non più di una volta al giorno, lo spostamento per gli interventi necessari alla tutela delle produzioni vegetali e degli animali da cortile o allevati.