Fase 3, i cinema? "L'estate è già sprecata"

Il filmologo e rettore Iulm Canova: si riparte in sordina, poco coraggio

La triste riapertura delle sale

La triste riapertura delle sale

Milano, 14 giugno 2020 -  C’è la «gioia» per la riapertura delle sale cinematografiche da domani. Ma anche il sentimento un po’ amaro dell’occasione perduta, quest’estate, per la settima arte. "La stagione estiva quest’anno sarà diversa da tutte le precedenti. Molti rimarranno in città, pochi andranno all’estero, le vacanze saranno ridotte anche per motivi economici. Un’offerta di film allettanti nelle sale, con tutto il comfort dell’aria condizionata, sarebbe potuta tramutarsi in un’occasione di rilancio per il cinema, dopo oltre tre mesi di lockdown in Lombardia. Invece è prevalsa una logica attendista", dice il rettore dell’università Iulm, Gianni Canova, che è anche docente di storia del cinema e filmologia e critico cinematografico. Perplesso sulle scelte della distribuzione di bloccare le uscite importanti fino a settembre inoltrato: "Una visione da anni Settanta" il suo commento al vetriolo.

Rettore Canova, partiamo dalla bella notizia: da domani si riparte coi film sul grande schermo. « Salutiamo tutti con gioia la riapertura delle sale cinematografiche, uno dei luoghi centrali nella costruzione dell’immaginario collettivo, della cultura e pure delle emozioni. La sala, rispetto ai piccoli schermi, scatena una chimica speciale: c’è il buio e un’unica e grande fonte luminosa che attira l’attenzione dello spettatore. Ora, pensavo che l’industria cinematografica allestisse la ripresa “sparando” le cartucce migliori a disposizione, festeggiando con eventi e una programmazione speciale. Non mi sembra che ci siano iniziative di questo tipo all’orizzonte. Mi pare una riapertura in sordina, arrendevole, che mette anche un po’ di tristezza. Come se i primi a non crederci fossero gli stessi operatori del cinema, più preoccupati di sognare un ritorno allo stato “quo ante” che a progettare un futuro che possa muoversi su gambe diverse. Un’industria sana avrebbe dovuto studiare una strategia di seduzione del pubblico, riattivando il desiderio di cinema".

Come? "Sarebbe bastato mettere in cartellone tre o quattro grandi titoli anche per un solo giorno di programmazione, garantendo comunque un’uscita regolare a ottobre. Domani, in particolare, si sarebbero potute organizzare delle maratone di film dedicate ad Alberto Sordi, per il centenario della nascita. Perché il pubblico dovrebbe tornare in sala se sullo schermo ci sono gli scarti di stagione? Così si induce la gente a ripiegare su una fruizione dai piccoli device".

Non sono proprio le piattaforme in streaming a minacciare la vita delle sale? "Sono convinto del contrario. Le piattaforme non uccidono le sale, anzi. Possono esserne un volano: il forte consumatore di cinema non si accontenta più dei device, vuole vedere i film ovunque, anche sul grande schermo che dà di più in termini di chimica delle emozioni. Purché si proietti, però, un film che funzioni".