Caserta, presunto pestaggio in carcere: 52 agenti nei guai

Gli scontri con i detenuti che avvennero il 6 aprile 2020, in pieno lockdown, dopo le proteste per la scoperta di un caso di covid

L'esterno del carcere di Santa Maria Capua Vetere

L'esterno del carcere di Santa Maria Capua Vetere

Santa Maria Capua Vetere (Caserta), 28 giugno 2021 -  Presunto pestaggio in carcere: cinquantadue misure cautelari sono state emesse dal gip su richiesta della Procura di Santa Maria Capua Vetere nei confronti di appartenenti al corpo della polizia penitenziaria coinvolti negli scontri con i detenuti che avvennero il 6 aprile 2020, in pieno lockdown, nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. Una misura interdittiva è stata notificata stamattina al provveditore delle carceri della Campania Antonio Fullone.

Una protesta innescata da centinaia di carcerati dopo la notizia di un caso di positività al Covid-19 tra le mura dell'istituto casertano, dove vennero inviati da Napoli contingenti dei reparti speciali della Penitenziaria.  La notifica degli avvisi di garanzia agli agenti della Polizia Penitenziaria indagati, avvenuta l'11 giugno 2020, da parte dei carabinieri, provocò vibranti polemiche per la modalità d'esecuzione: alcuni poliziotti infatti salirono sui tetti dell'istituto penitenziario per protestare.

Intanto in una nota il Ministero della Giustizia ha fatto sapere di seguire con "preoccupazion"» gli sviluppi dell'inchiesta di Santa Maria Capua Vetere. "La Ministra Marta Cartabia, e i vertici del Dap  rinnovano la fiducia nel corpo della Polizia Penitenziaria, restando in attesa di un pronto accertamento dei gravi fatti contestati"

"Cosa sarebbe successo se il personale di Polizia Penitenziaria del carcere di Santa Maria Capua Vetere non avesse fronteggiato, mettendo in pericolo la propria incolumità, le rivolte dei detenuti? E cosa accadrà adesso in questo e in tutti gli altri istituti penitenziari italiani se passa la linea di delegittimazione del personale penitenziario?" Se lo chiede, in una nota, il segretario generale del S.PP. (Sindacato Polizia Penitenziaria) Aldo Di Giacomo commentando le misure cautelari disposte dal gip. "A noi pare un provvedimento sproporzionato rispetto ai fatti specie - dice Di Giacomo - se si pensa che è praticamente impossibile che ci possa essere stata una regia occulta dell'operato di 52 persone tutte insieme. I fatti vanno contestualizzati alla fase storica coincisa con l'emergenza pandemica tra le più buie della storia degli istituti penitenziari italiani che ha registrato l'esplosione a catena di rivolte sino ad ipotizzare, in questo caso con una serie di indizi chiari oggetto di inchieste giudiziarie, una regia criminale. Siamo dalla parte dei colleghi non certo per spirito di corpo quanto per l'impegno dimostrato nel ristabilire la legalità in carcere. Adesso - dice ancora il segretario S.PP. - ravvisiamo il forte rischio che si possa scatenare con una sorta di vittimismo dei detenuti, cavalcato da ambienti culturali e di associazioni, la delegittimazione del personale penitenziario. Noi faremo di tutto per evitarlo e confidiamo su questo sul Ministro Cartabia che intendiamo mettere in guardia sul potenziale risveglio proprio di quella regia occulta che ha segnato le rivolte del 2020. Non vorremo trovarci di fronte ad una nuova estate incandescente in tutte le carceri del Paese"