DANIELE DE SALVO
Cronaca

Quello delle carceri in Lombardia è un collasso annunciato: 6.000 posti per 8.500 reclusi

Sovraffollamento e poca chiarezza sulla salute dei detenuti. Quattro istituti tra i primi dieci in Italia per limiti superati: a San Vittore si affiancano Canton Monbello e Bassone

In aumento la popolazione carceraria ma restano carenti gli organici della Polizia penitenziaria Gli agenti dovrebbero essere 4mila Sono 3.700

In aumento la popolazione carceraria ma restano carenti gli organici della Polizia penitenziaria Gli agenti dovrebbero essere 4mila Sono 3.700

MILANO – “Rispetto della dignità di ogni persona, dei suoi diritti. Anche per chi si trova in carcere. Abbiamo il dovere di osservare la Costituzione che indica norme imprescindibili sulla detenzione in carcere. Il sovraffollamento vi contrasta e rende inaccettabili anche le condizioni di lavoro del personale penitenziario”. Sono le parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo messaggio di fine anno. Eppure nella carceri lombarde, dove ci sarebbe posto per poco meno di 6mila detenuti, i reclusi sono quasi 8.500, più di 2.500 e il 40% in più.

Nella top ten dei dieci istituti di pena più sovraffollati d’Italia, quattro si trovano proprio in Lombardia. Il primato spetta a San Vittore: i posti regolamentari dovrebbero essere 702, quelli realmente disponibili sono invece 470, ma le persone rinchiuse sono più di mille. Al secondo posto nazionale dei penitenziari più overbooking c’è la casa circondariale di Brescia Canton Monbello: i detenuti dovrebbero essere non più di 182, mentre in realtà sono 378. A Como, sesto istituto più “sotto stress” d’Italia, sono 445 invece che 225. Chiude la classifica delle 10 carceri più sovraffollate d’Italia la sezione femminile di San Vittore, con un’ottantina di detenute, quasi due volte tanto la quarantina che potrebbero e dovrebbero essere accolte.

Difficile in simili condizioni che i detenuti possano “respirare un’aria diversa da quella che li ha condotti alla illegalità e al crimine”, come indicato sempre dal Capo dello Stato, poiché in celle in cui sono stipati in otto in un posto realizzato per quattro, l’aria manca proprio, una pena suppletiva non prevista al di fuori di ogni legge. sul tema pesano anche due pronunce della Corte europea dei diritti dell’uomo. Oltre che le celle sovraffollate, in molte strutture mancano spazi per la socialità e la formazione e ci sono pochi educatori, come spesso sono insufficienti gli agenti della Polizia penitenziaria: dovrebbero essere in 4mila, sono 3.700.

Di fronte a un quadro del genere, dall’Associazione Luca Coscioni hanno inviato una lettera di diffida a tutti vertici delle Ats regionali per chiedere conto di salute fisica e mentale dei detenuti. “In meno della metà ci hanno risposto”, rivela Marco Perduca, che coordina l’iniziativa. C’è anche un sito dove è possibile condividere in modo sicuro e anonimo critiche relative al diritto alla salute in carcere: è FreedomLeaks.org. “La denuncia partecipativa anonima – spiega Andrea Andreoli che ha sviluppato il sito – si rivolge a chi entra negli istituti di pena, perché parente, volontario, assistente sociale, educatore, formatore o difensore, oppure dipendente delle Ats o dell’amministrazione penitenziaria”.