Capitale Cultura L’onda di turisti riempie gli hotel

Effetto Capitale: camere degli alberghi pieni in vista di Pasqua e di ponti di fine aprile. "Ma già in queste settimane c’è una forte richiesta – spiega Alessandro Fantini, neopresidente di Federalberghi Brescia, vicepresidente regionale e titolare dello storico hotel Ambasciatori – per la concomitanza di Capitale della Cultura ed eventi sportivi. C’è un buon movimento che sta diventando un ottimo movimento, siamo molto fiduciosi". Per Brescia, storicamente fanalino di coda per occupazione camere, la differenza rispetto al passato si nota anche di più rispetto a Bergamo. "Già nel periodo di Natale avevamo visto un certo interesse anche sulla città, oltre al consueto turismo in montagna, tanto che ci aspettavamo che con la primavera avremmo visto arrivare molti visitatori. È ciò che sta avvenendo. Per altro, vediamo che le persone passano un giorno a Brescia, l’altro a Bergamo, segno che sta passando il messaggio del binomio tra le due città".

I dati della ricaduta di Capitale Italiana della Cultura sul turismo si potranno avere solo a consuntivo, ma le statistiche dicono che, dal 2014, anno in cui il Ministero della Cultura ha istituito questo titolo, le città insignite hanno visto un aumento del 9% di arrivi e dell’8% di presenze. Brescia e Bergamo potrebbero beneficiare ulteriormente della rinnovata voglia di viaggiare nel Bel Paese da parte degli stessi italiani, che si sta registrando in tutto dopo la pandemia. L’exploit di visitatori nei musei e l’alta affluenza agli eventi più significativi del programma fanno ben sperare. "La maggior parte dei turisti sono italiani – conferma Fantini -.Uno degli effetti post Covid, del resto, è che l’italiano ha riscoperto l’Italia, per cui la Capitale della Cultura diventa un fattore di attrazione. Bene, quindi, far promozione all’estero, ma è altrettanto corretto concentrasi su un mercato nazionale potenziale di 60 milioni di persone". Federica Pacella