
Carlo Locatelli, direttore del Centro antiveleni dell'Irccs Maugeri di Pavia
Roma, 9 agosto 2025 – “La tossina botulinica è un veleno potentissimo. La conserviamo nella scorta nazionale di antidoti e farmaci del ministero della Salute per problematiche di terrorismo. Basta questo per dare l’idea. Può essere utilizzato malamente ed è anche usato per questioni estetiche. Abbiamo casi di intossicazione in persone per le quali vengono usate dosi sbagliate di botox”. Il professor Carlo Locatelli, direttore del Centro Antiveleni dell’IRCCS Maugeri Pavia, da luglio è alle prese con i focolai di botulismo, prima in Sardegna poi in Calabria. “Sono due cluster completamente diversi che riguardano alimenti diversi. Casualmente, sono capitati vicini temporalmente ma non possiamo metterli insieme”, è la premessa del professore, che da una vita studia veleni di ogni tipo. Anche se per avere la certezza che morti e intossicazioni siano da mettere in conto alla micidiale tossina si dovrà aspettare l’esito degli esami di laboratorio, “il quadro clinico descritto dai medici è compatibile”, riassume Fabrizio Anniballi, responsabile del Centro nazionale di riferimento per il botulismo dell’Iss, l’Istituto superiore di sanità.

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Perché si può morire di botulino
“Il botulino è un microrganismo ambientale, quindi tutti gli alimenti potenzialmente possono esserne contaminati - chiarisce l’esperto dell’Iss -. Il problema nasce quando questo microrganismo, che generalmente è presente sotto forma di spore e non fa male a nessuno, trova le condizioni per svilupparsi e produrre la tossina”. Il quadro clinico “è legato a una serie di disturbi che cominciano dai nervi dei muscoli facciali, i segni classici sono lo sdoppiamento della visione, la difficoltà a mantenere le palpebre aperte, la dilatazione delle pupille. Poi la malattia progredisce in senso discendente: difficoltà di deglutizione, secchezza della bocca e delle fauci e difficoltà ad articolare la parola. Nei casi più gravi si arriva a insufficienza respiratoria, coma apparente e morte. Ogni anno trattiamo una trentina di intossicazioni, il tasso di letalità in Italia è sul 3%, la media dei paesi occidentali”.
Perché il botulismo uccide anche persone giovani
Ma qual è l’intossicazione alimentare più pericolosa? “Il botulismo – risponde Anniballi – ha sicuramente un numero di casi molto inferiore rispetto alla listeriosi, che nei soggetti sani può passare quasi inosservata, mentre diventa disastrosa in quelli vulnerabili, come anziani e bambini, con tassi di mortalità molto alti. Il botulismo, invece, è capace di uccidere anche una persona sanissima, atletica e giovane, se quella persona assume una quantità di tossina letale per il suo peso”.

Quali sono gli alimenti a rischio
“Le conserve fatte in casa per noi sono pericolose - è la raccomandazione che Locatelli mette in cima alla lista -. E anche per quelle industriali non c’è mai la certezza assoluta, al 100%. Sul nostro sito si trova un vademecum, c’è tutta una procedura da seguire per prepararle correttamente, non si può improvvisare”. Elenca Anniballi: “Gli alimenti da mettere sotto la lente? I più pericolosi nella statistica italiana sono funghi sott’olio, cime di rapa e olive”.
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Il decorso e l’antidoto
Ma qual è il decorso della malattia? “Tra l’assunzione del cibo e l’intossicazione possono passare diversi giorni - chiarisce il professor Locatelli -. E questo spiega i casi in Campania, si tratta di turisti che erano stati in Calabria. Purtroppo il botulismo è una patologia grave, potenzialmente letale, che va trattata in modo intensivo, in rianimazione, con un antidoto particolare, non facilmente disponibile. Noi lo gestiamo attraverso la scorta nazionale del ministero della Salute che risponde in modo rapidissimo a queste esigenze. Ora lo abbiamo mandato a Cosenza. Ma l’intossicazione va diagnosticata per tempo, con esami importanti. L’antidoto è dato da pezzi di anticorpi che intercettano nel sangue la tossina botulinica, la legano e fanno in modo che non sia assorbita nelle cellule del sistema nervoso centrale”.
Quando non si può somministrare l’antidoto
"Questo trattamento – precisa Locatelli – non si può fare preventivamente, serve una diagnosi chiara e conclamata, quando c’è una malattia importante. Non certamente in caso di intossicazioni lievi, perché anche questi antidoti hanno un rischio clinico. Possono provocare ad esempio lo choc anafilattico”.
Quanti sono i casi all’anno
In Italia ogni anno si trattano decine di casi, 30-40, “di solito per pasti e conserve preparati e consumati a casa – fa notare Locatelli -. Può capitare che siano prodotti industriali ma è più raro, perché c’è attenzione e tutta una procedura da seguire. Ma la certezza assoluta non esiste mai”.
La rete dei controlli in Italia
Il botulino è un problema per l’Italia? "Abbiamo una grande tradizione conserviera – è l’analisi di Anniballi – e quindi consumiamo di più questi prodotti. Ma nel nostro paese c’è anche una tradizione medica molto importante, i casi vengono diagnosticati con una capacità diversa. Anche per questo le nostre statistiche sono più alte”.