Borse di studio università, stretta ai cordoni: a rischio 5mila matricole meritevoli

In Lombardia mancano all’appello 7 milioni di euro. Politecnico e Statale sono gli atenei più penalizzati. A causa della riforma introdotta dal Pnrr e del Covid il numero degli aventi diritto è salito a 30mila

Un’aula universitaria (Foto di repertorio Bove)

Un’aula universitaria (Foto di repertorio Bove)

Brescia - Meritevoli senza portafoglio, 5mila studenti universitari lombardi rischiano di restare senza borsa di studio per l’anno accademico 2022-23. Lo stima UDU, l’Unione degli Universitari, nell’indagine annuale sulle borse di studio erogate dalle università lombarde. Alla base, c’è il problema cronico del sotto finanziamento pubblico delle borse di studio, nonostante questi strumenti siano previsti direttamente dalla Costituzione che, all’art. 34, riconosce il diritto dei capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, a raggiungere i gradi più alti degli studi. La provvigione economica, pari in Lombardia a circa 3.279 euro in media, ogni anno aiuta gli universitari lombardi ad affrontare i costi legati allo studio e ai trasferimenti in altre città, ma non tutti gli idonei (circa 26mila, che hanno requisiti di merito e di reddito) sono coperti dalle risorse stanziate da Stato e Regione.

Nel 2021-2022 , in Lombardia servivano 90 milioni di euro, ma Regione e Stato ne hanno previsti 83 milioni di euro. La percentuale che rimarrà scoperta è del 7,1% per gli atenei lombardi, con un minimo del 2,6% dell’Accademia di Belle Arti Santa Giulia di Brescia ed una punta massima dell’11,5% della Scuola superiore per mediatori linguistici Unicollege di Mantova. Guardando ai valori assoluti, a guidare la “classifica“ delle risorse mancanti è il Politecnico di Milano, con 1,8 milioni di euro non garantiti dallo Stato, a seguire la Statale con 1,3.

L’assestamento al bilancio regionale ha stanziato per il prossimo anno accademico sette milioni aggiuntivi (UDU ne aveva chiesti 8), ma secondo le prime stime dell’Unione degli Universitari i fondi complessivi non saranno ancora sufficienti. È probabile , infatti, che il numero degli idonei nel 2022-2023 aumenti, superando quota 30.000. Oltre al fisiologico aumento di iscritti, c’è l’incognita Isee: gli studenti dovranno presentare quello del 2020, anno che ha risentito dell’effetto di Covid sull’economia, e quindi potrebbe far rientrare negli idonei una platea più ampia degli anni precedenti. Inoltre, la riforma del PNRR ha incrementato i contributi e allargato la platea degli idonei, una buona notizia, che però si scontra con il sotto-finanziamento. Il fabbisogno potrebbe essere di almeno 123 milioni di euro ma all’appello ne mancherebbero 19: senza un intervento correttivo circa 5mila studenti rischiano di non percepire nulla.