Figlio accusato di stupro, la difesa di Grillo: in un video si vede la consensualità

"E' su tutti i giornali, io voglio chiedere perché un gruppo di stupratori seriali non sono stati arrestati. Sono liberi da due anni, ce li avrei portati io in galera"

Beppe Grillo

Beppe Grillo

Una furia, Beppe Grillo attacca, più da da padre che da garante del M5S,  in un video postato sui social sulla videnda legale del figlio Ciro accusato di stupro.

"Mio figlio è su tutti i giornali come uno stupratore seriale insieme ad altri tre ragazzi. Voglio chiedervi, voglio una spiegazione sul perché un gruppo di stupratori seriali, compreso mio figlio, non sono stati arrestati. Perché non li avete arrestati?".  "La legge dice che gli stupratori vengono presi e messi in galera, interrogati in galera o ai domiciliari. Sono lasciati liberi per due anni... Perché non li avete arrestati subito?", incalza  Grillo prendendo le difese di suo figlio Ciro. "C'è un video, passaggio per passaggio, e si vede che c'è la consensualità: un gruppo che ride, ragazzi di 19 anni che si stanno divertendo, che sono in mutande e saltellano col pisello così perché sono quattro coglioni, non quattro stupratori".

I magistrati di Tempio Pausania non credono alla versione del giovane che ha parlato di "sesso consenziente" . Per la Procura la ragazza  sarebbe stata  "costretta ad avere rapporti sessuali in camera da letto e nel box del bagno", "afferrata per la testa a bere mezza bottiglia di vodka" e "costretta ad avere rapporti di gruppo" dai quattro giovani indagati che hanno "approfittato delle sue condizioni di inferiorità psicologica e fisica" di quel momento.

I magistrati hanno raccolto la deposizione della giovane studentessa italo-svedese S.J, di appena 19 anni, che avrebbe subito, nella notte tra il 15 e il 16 luglio del 2019, una violenza di gruppo nella villa in Costa Smeralda di proprietà di  Grillo.

Nel novembre scorso la Procura ha chiuso le indagini e ha messo gli atti a disposizione della difesa, che ha chiesto un termine per fare le controdeduzioni ed eseguire le indagini difensive. Nei giorni scorsi sono stati interrogati i quattro indagati che hanno respinto tutte le accuse e hanno parlato di "sesso consenziente di gruppo".  Il termine sta per scadere e la Procura sta decidendo in queste ore se chiedere il rinvio a giudizio per Grillo junior e i suoi tre amici. I magistrati attendono l'iter procedurale per poi prendere la decisione. Un procedimento blindato, blindatissimo.

Le reazioni

Inevitabilmente le parole di Beppe Grillo in difesa del figlio hanno scatenato un putiferio. Sul fronte dei "comprensivi" Alessandro Di Battista che su Facebook ha scritto. "Sei un papà e ti capisco. Spero che tutto si possa chiarire e alla svelta. Immagino siano stati due anni difficilissimi. Coraggio Beppe". Da un babbo a una mamma. "Ciò che prova Beppe a livello umano posso solo immaginarlo, e da mamma gli sono vicina. La Magistratura è al lavoro, perciò auspico che giornali e talk show lascino che questa vicenda si risolva, come giusto che sia, in tribunale. Serve rispetto: no a speculazioni da sciacalli, si legge nel tweet della vicepresidente del Senato in quota M5S, Paola Taverna. E con papà Grillo si schiera parte de Movimento pur con qualche distinguo. E' il caso della deputata  Valentina Barzotti: "Ogni donna deve poter denunciare quando se la sente. Questo dice la legge dello Stato: il codice rosso lo abbiamo approvato noi e lo rivendichiamo".

La deputata M5S che ha subito violenza

“Umanamente mi dispiace per Beppe, il suo è il dolore di un padre. Quasi non riesco a commentare ciò che ha detto. Ho avuto una relazione con una persona violenta per un breve periodo e per elaborare quanto era successo ci ho messo sei mesi, poi ho denunciato”. Lo racconta Federica Daga, deputata M5S, quando le viene chiesto di commentare le parole di Beppe Grillo in difesa del figlio Ciro, accusato di stupro di gruppo. In particolare hanno sollevato un polverone le dichiarazioni del garante 5 Stelle in relazione alla tempistica con cui è avvenuta la denuncia nei confronti del figlio. “Io ringrazio che ci sia il codice rosso, che consente alle donne di denunciare anche dopo sei mesi dal fatto, mentre io ho avuto solo tre mesi e infatti non ho potuto denunciare tutto quello che mi era successo. Mi dispiace per Beppe, la giustizia è lenta e io sono in causa da cinque anni. Non può essere così lunga una causa, non sai cosa ti può succedere nell’attesa”, aggiunge la parlamentare pentastellata.

La consigliera scandalizzata

Il video di Beppe Grillo a difesa del figlio, indagato per violenza sessuale insieme ad altri due ragazzi, è imbarazzante almeno per una ragione”. Lo scrive su Facebook Patrizia Cadau, consigliera M5S al Comune di Oristano. “In un passaggio”, prosegue l’esponente pentastellata, Grillo “sostiene che la presunta vittima non sia credibile per il fatto di avere denunciato lo stupro dopo otto giorni. Chiunque abbia a che fare con le vittime di abusi sa che la rimozione del trauma, la vergogna e il senso di colpa scatenati dalla violenza sono il muro insormontabile che le separa dalla denuncia. Una vittima denuncia quando riesce a superare la paralisi dell’omertà e della vergogna che l’hanno ingoiata come una melassa e non esistono tempi ‘ragionevoli’ per l’elaborazione del trauma, ognuno ha i suoi e spesso non basta una vita per arrivare all’accettazione di quello che è successo."

Di altro tono i commenti dal fronte Lega: "Grillo garantismo a giorni alterni. Il sabato Salvini è colpevole, il lunedì suo figlio è innocente" si  legge in un tweet della Lega. Rincara la dose il deputato della Lega Claudio Borghi: "Mannaggia... anni di sputtanamento del Trota e adesso, per qualcosa di lievemente più grave siamo già al giù le mani da mio figlio...".

Teresa Bellanova di Iv su Fb scrive: "Io rispetto il bisogno di protezione di un padre verso un figlio. Ma un padre dovrebbe rispettare anche il dolore di una donna che potrebbe essere sua figlia e che denuncia uno stupro. Il dolore di un'altra famiglia che si trova a vivere una situazione drammatica, per di più contro una persona nota e potente". Meno "diplomatica" Maria Elena Boschi:  "Il video di Beppe Grillo è scandaloso. Caro Beppe Grillo ti devi semplicemente vergognare. Non sta a me dire se ha torto o ha ragione: per quello ci sono i magistrati. Ma che lui utilizzi il suo potere politico e mediatico per assolvere il figlio è vergognoso". E aggiunge: "Le sue parole sono piene di maschilismo. Quando dice che la ragazza ci ha messo 8 giorni a denunciare fa un torto a tutte le donne vittime di violenza e forse non sa il dolore che passa attraverso quelle donne, che spesso impiegano non giorni, ma settimane per superare magari la vergogna e l'angoscia". "Non c'è amarezza di padre che tenga. Soprattutto se sei influente, non alzi il velo del sospetto sui giudici e non getti l'ombra della colpa su una ragazza che ha denunciato lo stupro. I magistrati faranno il loro lavoro come stabilisce la legge, che è uguale per tutti. #grillo". Così la presidente dei deputati Pd, Debora Serracchiani, su twitter.