Alitosi: un possibile rimedio dagli alimenti fermentati. Ecco perché (e quali sono)

I risultati di una ricerca universitaria potrebbero rivelarsi confortanti per chi è alle prese con l'alito cattivo

L'alitosi del Grinch: un frame dal film

L'alitosi del Grinch: un frame dal film

L'alitosi è un problema che può compromettere, in che ne soffre, la quotidianità, fra difficoltà nelle relazioni personali e strascichi anche sul fronte psicologico. Ebbene, una ricerca condotta da alcuni specialisti del dipartimento di Oncologia della testa e del collo dell'università di Chengdu, in Cina, hanno individuato una possibile ricetta per combattere l'alito cattivo. A darne conto è il portale specializzato Il Fatto Alimentare.

Cosa è l'alitosi

L'alitosi è l'emissione di un respiro troppo ricco in sostanze solforose e quindi sgradevole. E' causata da un insieme di fattori tra i quali lo squilibrio nel microbiota del cavo orale, l’eccesso di placca e tartaro, le gengiviti e le parodontiti, la mancata pulizia della lingua (con accumulo di scorie che si decompongono lentamente). 

Possibili rimedi

Secondo i ricercatori, piuttosto che ricorrere a "placebo" effimeri come colluttori e gomme da masticare, un aiuto potrebbe arrivare dagli alimenti fermentati, nei quali sono presenti alcune specie batteriche o fungine. Il lavoro elaborato dagli specialisti cinesi ha riscontrato che il valore di certi parametri normalmente utilizzati per definire l’alitosi, migliora con il consumo regolare di yogurt, zuppa di miso, pane a lievitazione naturale o assumendo supplementi nei quali siano presenti batteri come Lactobacillus salivarius, Lactobacillus reuteri, Streptococcus salivarius, Weissella cibaria.

La ricerca

Sono stati esaminati gli studi pubblicati negli ultimi anni (fino al 2021), e un gruppo iniziale di 238 lavori da cui ne sono stati identificati sette, considerati significativi dal punto di vista statistico. I documenti - va detto - coinvolgono un campione di dimensioni tutt'altro che consistenti, rappresentato da 300 persone di età fra i 19 e i 70 anni, osservate per periodi di tempo differenti, da 2 a 12 settimane. I parametri principali usati per misurare gli effetti dell’assunzione di probiotici, riepiloga ancora il Fatto Alimentare, sono stati la produzione di sostanze volatili solforose a varie distanze dalla bocca (registrato con un punteggio specifico chiamato Olp), il livello di stratificazione di residui sulla lingua e quello della placca tra i denti.

Il parametro che ha subito le variazioni più significative è stato l’Olp, considerato il più indicativo per il reale effetto sull’alitosi, soprattutto per trattamenti di una certa durata. L'azione dei probiotici va comunque approfondita, dato che per gli altri parametri non sono stati evidenziati effetti statisticamente significativi. A confortare la tesi dei ricercatori, però, c'è il fatto accertato che alcuni ceppi batterici rallentano la decomposizione delle proteine e degli aminoacidi da parte dei batteri della bocca.