Alfredo Cospito resta al 41 bis: sciopero della fame consapevole e a uso politico

Ecco le motivazioni del Tribunale di sorveglianza. I giudici: rischio elevato per la sua salute

Alfredo Cospito e la zona detentiva dell’ospedale San Paolo dove è ricoverato

Alfredo Cospito e la zona detentiva dell’ospedale San Paolo dove è ricoverato

Milano, 27 marzo 2023 - “La strumentalità della condotta che ha dato corso alle patologie oggi presenti è assolutamente certa”. Questa una delle motivazione con le quali il Tribunale di sorveglianza di Milano ha rigettato l'istanza della difesa di Alfredo Cospito. Dunque l'anarchico resta al 41 bis nel reparto protetto del San Paolo di Milano che però non diverrà la sua “collocazione stabile” ma solo fino a quando la sua salute non consentirà un eventuale ritorno in carcere. Cospito inoltre per i giudioci non accetta un programma medico di rialimentazione nonostante abbia ben presente che i rischi per la sua salute sono elevatissi.

La richiesta della difesa

La difesa, rappresentata dall'avvocato Flavio Rossi Albertini, chiedeva che il detenuto possa scontare la sua pena ai domiciliari, a casa della sorella. Con l'ordinanza depositata i giudici hanno respinto anche la richiesta della difesa di disporre ''in via permanente la collocazione del detenuto nell'attuale reparto di medicina protetta'' dell'ospedale San Paolo di Milano.

Il commento della difesa

"L'esito era scontato, non confidavamo in alcun modo in questa iniziativa, rappresentava un passaggio obbligato per adire, anche sotto questo profilo, le giurisdizioni internazionali. Il caso Cospito è paradigmatico sotto molti profili dello stato di civiltà giuridica del nostro paese, chissà cosa ne direbbe Voltaire se fosse ancora vivo". Così l'avvocato Flavio Rossi Albertini ha commentato commenta le decisioni dei tribunali di Sorveglianza di Milano e Sassari.

Le motivazioni del no

"La motivazione dello sciopero della fame, rinnovata e gestita in maniera altalenante, con assunzione al bisogno ovvero occasionale degli integratori e comunque di acqua, sale e zucchero, è frutto di un ragionamento preordinato e consapevole". Lo scrivono i giudici della Sorveglianza di Milano che hanno rigettato l'istanza di differimento pena ai domiciliari. "Da nessun elemento in atti, neppure da alcuna deduzione difensiva, si trae che la scelta di Alfredo Cospito di intraprendere e, attualmente, proseguire nello sciopero della fame, possa essere ricondotta a tratti disfunzionali di personalità (sui quali sarebbe altrimenti doveroso indagare) e ciò in quanto dalle relazioni sanitarie in atti e anche all'esito del consulto psichiatrico risulta che il Cospito è lucido, collaborante, non emergono alterazioni della percezione né acuzie psichiatriche in atto ed egli appare consapevole dei rischi connessi alla prosecuzione del regime dietetico" si legge nel provvedimento. "Al contempo egli appare determinato nel rifiuto delle terapie proposte, esprimendo così il suo spazio di autodeterminazione, al fine di provocare gli effetti di cambiamento a livello giudiziario, politico e legislativo sopra riportati e dallo stesso auspicati".

Elevato rischio per la salute

I giudici constatano, sulla base delle relazioni mediche,"l'elevato rischio di conseguenze, anche gravi e imprevedibili,di natura cardio-circolatoria (nella specie di aritmie ventricolari)". Oltre a ciò, "dalle molteplici relazioni sanitarie", osservano i magistrati Giovanna Di Rosa e Ornella Aneddda, "emerge un rilevantissimo calo ponderale (dai 115 chili a 68,2)e l'insorgenza di una serie di conseguenze a livello neurologico su base carenziale in conseguenza dell'assenza o della scarsità dell'apporto calorico o vitaminico". Cospito "è costantemente informato dai sanitari degli elevati rischi per la propria salute - si legge ancora nel documento -.Inoltre quotidianamente e reiteratamente i sanitari gli propongono un protocollo di rialimentazione dopo il digiuno che egli, altrettanto reiteramente, rifiuta coscientemente".

No anche da Sassari

Anche per il Tribunale di sorveglianza di Sassari Alfredo Cospito deve restare al 41 bis nel reparto protetto del San Paolo di Milano. I giudici hanno respinto la richiesta di differimento pena in arresti domiciliari presentata per gravi motivi di salute dagli avvocati difensori, Maria Teresa Pintus e Flavio Rossi Albertini. I legali avevano indicato come residenza per gli eventuali arresti domiciliari la casa della sorella di Cospito, a Viterbo. La decisione dei giudici è stata notificata questa mattina al pool della difesa.

Non toccare il 41 bis per i mafiosi

“Lasciamo che se ne occupino quelli che sono competenti. Il problema è complesso e articolato e mi sembra che ci si stia muovendo nella direzione giusta, senza toccare, questo è essenziale, il 41 bis per i mafiosi”. Lo ha detto l'ex magistrato Gian Carlo Caselli, a margine della presentazione del dossier di candidatura di Torino per la sede dell'Autorità dell'antiriciclaggio. “Si può discutere per chi non è mafioso, ma per i mafiosi deve rimanere assolutamente fermo. È stata ed è una carta vincente. rinunciarvi sarebbe follia”, ha aggiunto Caselli.