Gianni Agnelli all'apertura del Motor Show di Torino nel 1984 

Milano - Cento anni fa, il 12 marzo 2021, nasceva a Torino Gianni Agnelli, l'italiano più conosciuto al mondo in quello che non a caso è stato battezzato il "secolo dell'Avvocato". Perché in 82 anni Gianni Agnelli è stato tutto: il più grande industriale italiano, il leader indiscusso di una delle maggiori famiglie imprenditoriali del Paese contornata da sempre di un'area reagale e soprattutto capace di rimanere in sella per due secoli alla guida della Fiat, l'azienda fondata dal nonno Giovanni, il "senatore", e che oggi ha raggiunto quella dimensione mondiale sotto la guida del nipote John Elkann. Gianni Agnelli è stato anche icona di stile e glamour, con il suo Rolex sopra il polsino della camicia - vezzo diventato cifra distintiva. Un uomo capace di passare con la stessa eleganza e carisma da un consiglio di amministrazione alle notti infinite in Costa Azzurra, dove ai giovani rampolli della high-society come i Kennedy e a miliardari della finanza si mischiavano playboy annoiati. Un mondo a sé diviso "tra quelli che parlavano di donne e quelli che con le donne parlavano. Io di donne preferisco non parlare", come lui stesso aveva raccontato in una delle frasi più celebri. Un modello invidiato e irraggiungibile di uomo di successo, cinico negli affari, duro durante gli anni di piombo e delle lotte sindacali e affascinante con le donne, uno esempio unico in un'Italia allora molto provinciale, unico ad essere ammesso nei salotti del jet-set internazionale, con amicizie traversali sapientemente coltivate sin da giuovanissimo negli Stati Uniti: a cominciare dal potentissimo ex consigliere di Stato, Henry Kissinger a Jaqueline Kennedy, passando per Truman Capote a Andy Warhol. Ma anche "un uomo di vere passioni, non di passioni tiepide", come disse una volta di lui Luca Cordero di Montezemolo. A cominciare da motori e velocità, che gli costarono anche qualche grave incidente d'auto che però non gli impedì di continuare a sciare sulle, altra sua grande passione. La Ferrari quindi ma soprattutto la Juventus. “La Juve è per me l'amore di una vita intera, motivo di gioia e orgoglio, ma anche di delusione e frustrazione, comunque emozioni forti, come può dare una vera e infinita storia d'amore". Ma anche un uomo colto, amante dell'arte e della creatività, "che è il piacere più grande - disse una volta: è il solo vero valore aggiunto della vita, capace di comprendere tutti gli altri”. Affari, conquiste ma anche e sopratutto famiglia con tante gioie e latrettanti dolori perché come ricordava ancora l'Avvocato "si può fare tutto, ma la famiglia non si può lasciare".   Oggi Gianni Agnelli è ricordato da un francobollo commemorativo. La vignetta del francobollo (stampato in 300 mila esemplari) mostra sullo sfondo dello Stabilimento Fiat di Mirafiori. La famiglia Agnelli ha lanciato l'hashatag #GianniAgnelli100 invitando aziende e istituzioni ed enti a inviare testimonianze dell'Avvocato raccontato bene anche da Giancarlo e Alberto Mazzuca nel loro recente "Gianni Agnelli in bianco e nero" (Baldini&Castoldi) in cui si traccia l'ascesa dell'erede di una famiglia sabauda, capace oltrepassare il provincialismo dell'Italia post-bellica e accreditarsi al mondo come il simbolo di quel "made in Italy" che ha fatto della creatività la propria bandiera, un portacolori capace di coniugare il rigore sul lavoro, tipico del nonno fondatore Giovanni e di altri maestri. Quell'Italia ora non c'è più e nemmeno quell'uomo di cui Federico Fellini diceva: "Mettetelo su un cavallo ed è un re". E proprio per questo quel mito si alimenta ancora di più. Le frasi più celebri   Tutto quello che ho, l’ho ereditato. Ha fatto tutto mio nonno. Devo tutto al diritto di proprietà e al diritto di successione, io vi ho aggiunto il dovere della responsabilità”. Responsabilità e rigore sabaudo, aggiunto all'intuizione che senza sapienti alleanze.   Non rinuncerei a uno scudetto della Juve per il mondiale della Ferrari Platini lo abbiamo preso per un tozzo di pane e lui ci ha messo sopra il foie gras La creatività è il piacere più grande. È il solo vero valore aggiunto della vita, capace di comprendere tutti gli altri Non sono un grande pedagogo. Sono più incline a lasciare fare alle persone quello che vogliono. I miei nipoti li prendo, gli parlo, rido con loro e andiamo nei musei e al cinema insieme. So come si fa. Ma non sono un bravo educatore La Juve è per me l'amore di una vita intera, motivo di gioia e orgoglio, ma anche di delusione e frustrazione, comunque emozioni forti, come può dare una vera e infinita storia d'amore Se Baggio è Raffaello, Del Piero è Pinturicchio Gli uomini si dividono in due categorie: gli uomini che parlano di donne e gli uomini che parlano con le donne. Io di donne preferisco non parlare     Du

Cronaca

Milano - Cento anni fa, il 12 marzo 2021, nasceva a Torino&nbsp;Gianni&nbsp;Agnelli,&nbsp;l'italiano più conosciuto al mondo in quello che non a caso è stato battezzato il "secolo dell'Avvocato". Perché in&nbsp;82&nbsp;anni&nbsp;Gianni Agnelli è stato tutto: il più grande industriale italiano, il leader indiscusso di una delle maggiori famiglie imprenditoriali del Paese contornata da sempre di un'area reagale e soprattutto&nbsp;capace&nbsp;di rimanere in sella per due secoli alla guida della Fiat, l'azienda&nbsp;fondata dal nonno Giovanni, il "senatore", e che oggi ha raggiunto quella&nbsp;dimensione mondiale&nbsp;sotto la guida del nipote John Elkann. 
Gianni Agnelli è stato anche icona&nbsp;di stile e glamour, con il suo Rolex sopra il polsino della camicia - vezzo diventato&nbsp;cifra distintiva.&nbsp;Un uomo&nbsp;capace di passare&nbsp;con la stessa eleganza e carisma da&nbsp;un consiglio di amministrazione alle notti&nbsp;infinite in Costa Azzurra,&nbsp;dove ai giovani rampolli della high-society come i Kennedy e&nbsp;a miliardari della finanza&nbsp;si mischiavano&nbsp;playboy annoiati. Un&nbsp;mondo a sé diviso "tra quelli che parlavano di donne e quelli che con le donne parlavano. Io di donne preferisco non parlare", come lui stesso aveva raccontato in una delle frasi più celebri. Un modello&nbsp;invidiato e irraggiungibile di uomo di successo, cinico negli affari, duro durante gli anni di piombo e delle lotte&nbsp;sindacali&nbsp;e&nbsp;affascinante&nbsp;con le donne, uno esempio unico in un'Italia allora molto provinciale, unico ad essere&nbsp;ammesso nei salotti del jet-set internazionale, con amicizie traversali&nbsp;sapientemente coltivate sin da giuovanissimo negli Stati Uniti:&nbsp;a cominciare dal potentissimo ex consigliere di Stato,&nbsp;Henry Kissinger a Jaqueline Kennedy, passando&nbsp;per&nbsp;Truman Capote a Andy Warhol. 
Ma anche "un uomo di vere passioni, non di passioni tiepide", come disse una volta di lui&nbsp;<a href="http://ttps://www.ilgiorno.it/milano/cronaca/olimpiadi-2026-1.4661688" rel="nofollow">Luca Cordero di Montezemolo</a>. A cominciare da&nbsp;motori&nbsp;e velocità, che gli costarono anche qualche grave incidente d'auto che però non gli impedì di continuare a sciare sulle, altra sua grande passione. La Ferrari quindi ma soprattutto la Juventus.&nbsp;“La Juve è per me l'amore di una vita intera, motivo di gioia e orgoglio, ma anche di delusione e frustrazione, comunque emozioni forti, come può dare una vera e infinita storia d'amore". Ma anche un uomo colto, amante dell'arte e della&nbsp;creatività, "che è il piacere più grande - disse una volta: è&nbsp;il solo vero valore aggiunto della vita, capace di comprendere tutti gli altri”. Affari, conquiste ma anche e sopratutto famiglia con tante gioie e latrettanti dolori perché come ricordava ancora l'Avvocato "si&nbsp;può fare tutto, ma la&nbsp;famiglia&nbsp;non si può lasciare".&nbsp; 
<img alt="Il francobollo commemorativo" data-img="/polopoly_fs/1.6124448!/httpImage/image.jpg_gen/derivatives/wide_680/image.jpg" data-img-alt="Il francobollo commemorativo" data-img-thumb="/polopoly_fs/1.6124448!/httpImage/image.jpg_gen/derivatives/wide_325/image.jpg" data-polopoly-id="1.6124448" data-shortcode="true" data-type="image" polopoly:contentfilepath="/httpImage/image.jpg_gen/derivatives/wide_325/image.jpg" polopoly:contentid="1.6124448" src="https://cdn.quotidiano.net/polopoly_fs/1.6124448!/httpImage/image.jpg_gen/derivatives/wide_325/image.jpg" title="Il francobollo commemorativo"> 
Oggi Gianni Agnelli è ricordato da un francobollo commemorativo.&nbsp;La vignetta del francobollo (stampato in 300 mila esemplari) mostra sullo sfondo dello Stabilimento Fiat di Mirafiori. La famiglia Agnelli ha lanciato l'hashatag #GianniAgnelli100&nbsp;invitando&nbsp;aziende e istituzioni ed enti a inviare testimonianze dell'Avvocato&nbsp;raccontato bene anche da&nbsp;Giancarlo e Alberto Mazzuca&nbsp;nel loro recente "Gianni Agnelli in bianco e nero" (Baldini&amp;Castoldi) in cui si traccia l'ascesa&nbsp;dell'erede di una famiglia sabauda, capace oltrepassare il provincialismo dell'Italia post-bellica e accreditarsi al mondo come il simbolo di quel "made in Italy"&nbsp;che ha fatto della creatività la propria bandiera, un portacolori capace di coniugare il rigore sul lavoro, tipico del nonno fondatore Giovanni e di altri maestri. Quell'Italia ora non c'è più e nemmeno quell'uomo di cui Federico Fellini diceva: "Mettetelo su un cavallo ed è un re". E proprio per questo quel mito si alimenta ancora di più. 
<h2 class="title-paragraph">Le frasi più celebri&nbsp;</h2> 
&nbsp;Tutto quello che ho, l’ho ereditato. Ha fatto tutto mio nonno. Devo tutto al diritto di proprietà e al diritto di successione, io vi ho aggiunto il dovere della responsabilità”. Responsabilità e rigore sabaudo, aggiunto all'intuizione che senza sapienti alleanze.&nbsp;&nbsp; 
Non rinuncerei a uno scudetto della Juve per il mondiale della Ferrari 
Platini lo abbiamo preso per un tozzo di pane e lui ci ha messo sopra il foie gras 
La creatività è il piacere più grande. È il solo vero valore aggiunto della vita, capace di comprendere tutti gli altri 
Non sono un grande pedagogo. Sono più incline a lasciare fare alle persone quello che vogliono. I miei nipoti li prendo, gli parlo, rido con loro e andiamo nei musei e al cinema insieme. So come si fa. Ma non sono un bravo educatore 
La Juve è per me l'amore di una vita intera, motivo di gioia e orgoglio, ma anche di delusione e frustrazione, comunque emozioni forti, come può dare una vera e infinita storia d'amore 
Se Baggio è Raffaello, Del Piero è Pinturicchio 
Gli uomini si dividono in due categorie: gli uomini che parlano di donne e gli uomini che parlano con le donne. Io di donne preferisco non parlare &nbsp;&nbsp; Du&nbsp;

Gianni Agnelli, cento anni fa nasceva l'Avvocato

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Gianni Agnelli, cento anni fa nasceva l'Avvocato

Imprenditore di successo e simbolo di quel "made in Italy" che ha fatto della creatività la propria bandiera

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