PAOLA ARENSI
Cronaca

Addio a Gino Polenghi, l'uomo che ha dato il volto a Diabolik

Angelo Polenghi, barista a Brembio, è stato il modello che ha dato il volto a Diabolik, il re del crimine del fumetto noir italiano. La sua figura è diventata un mito, immortalata in migliaia di copie ed esportata in tutto il mondo. È morto all'età di 83 anni.

Addio a Gino Polenghi, l'uomo che ha dato il volto a Diabolik

Addio a Gino Polenghi, l'uomo che ha dato il volto a Diabolik

di Paola Arensi

BREMBIO (Lodi)

I suoi occhi, disegnati in migliaia di copie, hanno fatto il giro del mondo, la sua bocca, anche se solo sulla carta, ha parlato altrettante lingue, esperanto inclusa. Se ne è andato in punta di piedi, a 83 anni, l’uomo che ha dato il volto a Diabolik, il re del crimine del fumetto noir italiano. Naso aquilino, faccia da duro, sopracciglia espressive, occhi di ghiaccio e un viso perfetto per le strisce di un fumetto entrato nel mito, Angelo Polenghi nella vita “vera“ faceva il barista a Brembio, 2.600 abitanti nel bel mezzo del Lodigiano. E lì, prima di essere il modello del capolavoro edito dalle sorelle Angela e Luciana Giussani, per tutti era “il Gino“: personaggio prima del personaggio, punto di riferimento nei locali della Bassa, vulcanico titolare di un caffè, amico di un paese e, a suo modo, simbolo di un modo di essere. Era stato l’intuito del compaesano Luigi “Gino“ Marchesi, mancato un trentennio fa, a prendere in prestito il volto di Polenghi per disegnare Diabolik per il terzo numero della testata, il primo a lui affidato dove, peraltro, fa il suo esordio Eva Kant.

L’idea gli venne scrutando l’amico con cui andava a ballare. Pare che il guizzo arrivò dopo una nottata di scorribande nella Bassa, rincasando insieme in auto da Casalpusterlengo, dopo qualche ora di divertimento nei locali della zona gli fece un ritratto di getto. Da quelle bozze, in cui impresse sulla carta le sopracciglia arcuate, i tratti del viso, il naso aquilino di Polenghi, e ovviamente quegli occhi magnetici, venne il successo che dura ancora oggi. Gli cambiò giusto il colore dei capelli: dal biondo di Polenghi al nero adottato per il fumetto. Di quella serata, entrata nella storia, ne hanno parlato mostre organizzate a Casalpusterlengo, Codogno, a Spaziart Gallery a Milano.

Ironia del destino Polenghi e Diabolik sono stati protagonisti anche questo fine settimana, nel Lodigiano, durante la mostra “Fumetto in villa“, allestita a Casalpusterlengo con un omaggio proprio a Diabolik dell’artista locale Roberto Scarioni. Si dice che per i tratti di Diabolik la Giussani, l’ideatrice del progetto editoriale, volle prendere spunto dall’attore Robert Taylor, mentre per quelli della Kant pensava a una fisicità ricavata dalla figura elegante della principessa di Monaco Grace Kelly. Marchesi, da qual genio dissacrante che era - prima che un infarto lo strappasse alla vita nel 1993 a 54 anni - ci aggiunse del suo con i tratti di Polenghi presi dalla strada e una piccola e decisiva variante nell’acconciatura della compagna e complice del “re del terrore“ direttamente da casa: il disegnatore lodigiano vi inserì lo chignon che spesso utilizzava sua moglie. Il resto sono decenni di successi. Non ancora terminati.