
di Pier Giorgio Ruggeri
Gran lavoro nel fine settimana per la guardia di finanza di Cremona, coordinata dal comandante colonnello Cesare Marangoni, che da sabato a lunedì ha messo in atto quattro perquisizioni sequestrando parecchio materiale.
Le perquisizioni sono state effettuate nel Cremasco, in provincia di Milano e di Brescia e la documentazione portata via è imponente. Riserbo sui luoghi dove sono state eseguite queste operazioni, ma è dato per scontato che l’indagine non si ferma ai 110mila euro che sarebbero stati distratti dai fondi raccolti dall’associazione “Uniti per la provincia di Cremona“, che ha messo insieme oltre 4 milioni di euro.
Gli indagati, con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla truffa, autoriciclaggio e appropriazione indebita, restano tre, Renato Crotti, Cristiano Bozzoli e Attilio Mazzetti, mentre il sacerdote don Alberto Mangili (che avrebbe avallato la tesi di Crotti, affermando di aver ricevuto i 750 pasti confezionati da Bozzoli, anche se non era vero) non è indagato.
Le prime quattro perquisizioni erano state effettuate nelle case dei tre indagati e della sorella di Crotti, Anna Grazia.
Intanto l’associazione “Uniti per la provincia di Cremona“ corre ai ripari. Dopo aver sospeso il segretario Renato Crotti, ha nominato un consulente esterno per passare al setaccio tutte le spese effettuate e i relativi pagamenti. Del compito è stato incaricato il commercialista bresciano Giorgio Salvinelli, collaboratore del tribunale di Brescia: dovrà andare a verificare acquisti e relativi saldi.
Sin qui la guardia di finanza esclude che nell’indagine possa entrare qualche azienda che ha fornito macchinari o merce ai vari ospedali: le indagini non seguono questo corso.
Per quanto riguarda le perquisizioni, sembra che questa settimana non ne siano in programma altre, in quanto nelle otto operazioni effettuate è stato portato via materiale interessante e sul quale lavorare.
Intanto non si placa lo scalpore che il caso ha sollevato. Dopo la denuncia della guardia di finanza, Renato Crotti è stato sospeso dall’incarico di segretario dell’associazione. Crotti aveva fatto sapere di non avere potere di firma e quindi di non poter accedere ai fondi, ma successivamente si è visto che era lui a ordinare di saldare le fatture.
Tra gli addebiti sin qui contestati, ci sono l’aver pagato cinque fatture, che secondo la Gdf sono false, e una fornitura inesistente a Bozzoli e Mazzetti per circa 100mila euro, e aver versato sul conto della sorell,a al quale Crotti aveva accesso, 10mila euro per corsi on line mai eseguiti.