
Una persona al computer
Crema, 17 febbraio 2016 - Attenti alla truffa, che viaggia via email e che si maschera da Guardia di Finanza. Non sono pochi i commercianti e gli artigiani che in questi ultimi giorni ricevono una email targata Guardia di Finanza. Nella missiva elettronica ci sono i simboli della Guardia di Finanza e un indirizzo email di provenienza (finanza@gdf.gov.it). La missiva ha come titolo Comunicazione d’emergenza e il destinatario si preoccupa subito. Il testo è formato da poche parole molto chiare con le quali si informa l’utente che alla Finanza risulta un suo debito di 500 euro. Naturalmente si evita di dire perché questi 500 euro sono dovuti e a che tassa non pagata o a che multa maturata si fa riferimento. Si dice solo che è possibile saldare il conto versando l’importo alla Guardia di Finanza e lo si può fare con un bonifico. Subito dopo si aggiunge un numero di iban corredato dai codici swift e bic, che di solito vengono richiesti per completezza o per bonifici destinati a pagamenti ad aziende estere.
Nelle email si fa anche presente che il conto corrente è stato aperto presso la tesoreria di Poste Italiane. Infine, si mette anche una data limite, solitamente a un mese dalla data di arrivo della email. E, visto che è la Finanza, si fa presente che se il pagamento non avverrà entro il termine comunicato, beh allora ci saranno molti problemi e i finanzieri inoltreranno i documenti necessari per far chiudere (addirittura) l’attività. A quel punto i truffatori attendono che i pesci abbocchino, spaventati dalla minaccia. Chi, tra i commercianti, non teme come la peste anche un solo giorno di sospensione della licenza? E proprio facendo leva su questa paura, i truffatori tirano le reti e vi trovano dentro i bonifici da 500 euro. Ma fortunatamente qualcuno subodora che in quella email c’è qualcosa che non va. Basta una telefonata alla caserma della Finanza di Crema per scoprire che questo tipo di comunicazione non viene mai effettuato via email e che non vi è alcun conto corrente della Finanza che raccoglie le multe presso le Poste Italiane. Nel cremasco di email di questo tenore ne sono arrivate e qualcuno c’è cascato.