
Pulizia nelle scuole e nei giardini ma anche servizio sullo scuolabus: ipotesi possibili
Spino d’Adda, 26 novembre 2019 - «Se non puoi pagare, lavora per la comunità». Questa la legge di Spino d’Adda, uno dei pochi Comuni che ha da tempo messo in atto il baratto sociale. «Questa disposizione nel nostro paese c’è da qualche anno ed è stata la precedente amministrazione (di segno opposto, ndr ) a vararla. Tuttavia noi riteniamo che sia una buona cosa e quindi abbiamo continuato in quel solco». A parlare è Eleonora Ferrari, assessore nella giunta del sindaco Luigi Poli. L’ultimo caso riguarda una donna che aveva un debito con il Comune di 30 euro, soldi che doveva per una rata sulla tassa sui rifiuti che non era riuscita a saldare e che si è trovata a barattare il debito con sei ore di lavoro per ripulire l’asilo. Dal municipio tengono comunque a dire che il baratto è rigidamente regolamentato e chi alla fine è ammesso a prestare servizio ha una regolare assicurazione ma che non si tratta di una prestazione lavorativa, bensì di un contributo volontario che il cittadino si sente di elargire. In cambio dell’azzeramento di un debito.
Ma cosa deve fare uno spinese per essere ammesso a lavorare come volontario e quali sono i lavori ai quali può accedere? Non è semplice, perché in parecchi casi chi è indigente non se la sente di andare a “mettere la faccia” in Comune per chiedere uno sbocco alternativo per il saldo di un debito, spesso di bassa entità. «Il Comune ha messo a bilancio una cifra piuttosto bassa – continua l’assessore – mi pare di ricordare intorno ai 3.000 euro. Questi sono soldi della comunità che vengono utilizzati per aiutare chi ne ha bisogno. La persona che ritiene di poter saldare un piccolo debito con una prestazione volontaria deve passare dai servizi sociali, portare l’Isee e concordare il da farsi».
Per esempio, non ci sono solo le pulizie della scuola, ma anche servizio sullo scuolabus, la pulizia dei giardini, la raccolta delle foglie nelle strade, la manutenzione del cimitero. Inoltre, oltre a concordare quale tipo di lavoro si aggrada al debitore, in base alle sue capacità, c’è anche da valutare la disponibilità della persona a lavorare in determinati momenti. Una serie di condizioni che però alla fine possono risultare utili per tutti. «Durante la nostra amministrazione – conclude Ferrari – abbiamo sperimentato una decina di queste situazioni. Tutte persone con debiti generati dall’impossibilità di pagare una tassa comunale come quella sui rifiuti o l’illuminazione o la mensa scolastica. Chi è riuscito a venire fin da noi ha trovato una soluzione. Così si è liberato di un piccolo fardello e nello stesso tempo si è reso utile alla società».