Nomi storpiati ai “grandi” di Crema: così le strade in città sono dedicate a personaggi immaginari

Quanti svarioni sulle targhe che celebrano chi ha fatto la storia della città: molti nomi sono sbagliati e qualcuno addirittura non è mai esistito

La basilica di Santa Maria della Croce fu disegnata dall’architetto Giovan Battista Battagio che nel marmo è erroneamente ricordato come Battaglio

La basilica di Santa Maria della Croce fu disegnata dall’architetto Giovan Battista Battagio che nel marmo è erroneamente ricordato come Battaglio

CREMA – C’è una serie di errori nei nomi delle vie che dovrebbero celebrare personaggi che hanno fatto la storia di Crema e ai quali, poco meno di cent’anni fa, un’Amministrazione dedicò una strada. Errori perpetrati nel tempo. Si comincia con l’architetto che disegnò la basilica di Santa Maria della Croce, gioiello di ispirazione bramantesca. Si chiamava Giovan Battista Battagio, ma sulla targa della via a lui dedicata è chiamato Battaglio. La storpiatura del nome colpisce anche il genero di Giovan Battista Battagio, Agostino de’ Fondulis, noto artista e architetto della scuola del Bramante che a Padova era a bottega da Donatello e a Milano in quella di Leonardo. A Crema lo si ricorda con una via intitolatagli negli anni Cinquanta, nel nuovo quartiere di Crema Nuova, dietro l’attuale sede dell’Asst. La targa lo chiama Fondulo anziché de’ Fundolis.

Tocca poi a un grande pittore, che lavorò nella bottega di Leonardo a Milano: Vincenzo Civerchio, al quale è dedicata una via centrale, quella della biblioteca, di alcuni palazzi storici e della chiesetta di Santa Maria Stella: il suo nome nella targa viene abbreviato in Civerchi. Tocca poi a Pietro da Terno, che una volta aveva una via a Crema Nuova, poi sostituita da via Monsignor Ginelli, il primo prevosto della parrocchia del Sacro Cuore, meglio conosciuta appunto come Crema Nuova.

Pietro da Terno non è mai esistito. Il suo nome vero era Pietro de’ Gregorj. Terni è la città di provenienza della famiglia che, dopo la permanenza a Crema, chiese al re di unire il cognome De Gregorj con Terni e di qui la dinastia prende il nome di Terni de’ Gregorj. Ma mai Terno. Infine, ultimo nome storpiatissimo, quello di frate Agostino Cazzulli, fondatore del Sant’Agostino, attuale sede del Centro culturale, del Museo e della sala Pietro da Cemmo. Bene, a lui è dedicata una lunga via che da Ombriano va a Capergnanica, dove il nome è scritto in tutti i modi possibili.

Ma l’errore più grande riguarda una lapide che ricorda il martirio degli ostaggi cremaschi durante l’assedio del Barbarossa, terminato nel 1160. La lapide è stata posta nel 1960 a fianco di Porta Serio. Peccato che gli ostaggi, legati su torri alte venti metri, entrarono in città da Porta Ombriano.