Crema, la sorella di Sabrina: "Strazio senza fine, diteci se i resti sono i suoi"

La famiglia della giovane scomparsa non si dà pace: "Ogni giorno una nuova verità, è insopportabile. Vorremmo una tomba su cui piangere"

Sabrina Beccalli con Alessandro Pasini

Sabrina Beccalli con Alessandro Pasini

Cremona, 30 agosto 2020 - «Non riusciamo a darci pace perché ogni giorno c’è un pezzetto di verità che va in fumo. Noi familiari vorremmo dare sepoltura a Sabrina, ma c’è un continuo rimando. È straziante». È la testimonianza di Simona, una delle due sorelle di Sabrina Beccalli, la donna di 39 anni sparita all’alba di Ferragosto, cercata nei fiumi e nei campi, in una cisterna di liquame, nel canale Vacchelli, ma della quale manca ancora una traccia certa. Anche se da ieri c’è una nuova certezza: entra in campo un medico legale perché la donna potrebbe essere stata bruciata davvero, come sostiene Alessandro Pasini, l’uomo in carcere a Monza con l’accusa di omicidio e distruzione di cadavere.

«Questa nuova notizia - continua Simona - secondo cui la carcassa trovata bruciata nell’auto è il cadavere di Sabrina, è molto dura da accettare. Sappiamo che Sabrina ormai è morta e sappiamo anche chi è stato. Io penso che l’autore di tutto questo sia un pazzo, ma che abbia potuto pianificare tutto. Non sappiamo ancora dov’è il cadavere di nostra sorella, abbiamo ascoltato i veterinari, ma anche loro possono sbagliare. Adesso attendiamo che il medico legale dica la sua. È tutto molto duro da accettare, ma speriamo che tutto abbia un termine perché non riusciamo a darci pace».

Domani sarà affidato l’incarico al medico legale Cristina Cattaneo, nota per il caso di Yara Gambirasio e altre indgini importanti. Le saranno consegnati i reperti che ancora sono conservati, quella trentina di ossa tra le quali quella che sembrerebbe essere una clavicola umana e che, grazie alle insistenze dell’avvocato Paolo Sperolini, difensore di Pasini, ha convinto anche la procura a disporre gli accertamenti del caso. Cristina Cattaneo avrebbe già visionato alcuni reperti ed espresso un primo parere: non si tratterebbe di un cane, ma probabilmente di un essere umano. Tuttavia, ci sarà anche il responso del Dna che porterà chiarezza definitiva. Ma sarà necessaria almeno una settimana prima di poter chiudere definitivamente la vicenda. 

In ogni caso, tutto questo non mette in secondo piano l’opera dei carabinieri, che in una manciata di ore sono riusciti ad assicurare alla giustizia il presunto omicida. Stop alle ricerche, quindi, perché sono emersi fatti importanti, anche se tutti da verificare. Tra le righe viene anche fuori che la mandibola con un dente ritrovata all’interno della Panda è stata fatta vedere, sempre per foto, a due dentisti. Quello interpellato dall’avvocato Antonino Andronico, che tutela gli interessi della famiglia Beccalli, ha detto che si tratta della mandibola di un cane; quello interpellato, sempre informalmente e sempre con una fotografia, dall’avvocato Paolo Sperolini, ritiene, invece, che si tratti di un reperto umano. Di più. Entra in scena un terzo veterinario, anche questo interpellato dal legale di Pasini. Ha preso visiome della mandibola e non ha avuto dubbi: non si tratta di un cane, ma di una persona. «I veterinari possono sbagliare - conclude Simona Beccalli - ma c’è qualcosa di strano in tutto questo. Noi vorremmo mettere la parola fine e piangere sopra una tomba nostra sorella. Ma dobbiamo aspettare e tutto questo continua a farci male». Infine, l’avvocato Andronico, messo al corrente delle novità investigativa, ha riferito che anche se passasse la tesi del collega Sperolini, questo non alleggerirebbe la posizione di Pasini. Anzi.