REDAZIONE CREMONA

"Io, costretta a fare la lucciola per pagare bollette e spesa"

Crema, la confessione di una donna di 50 anni disperata di PIER GIORGIO RUGGERI

La signora ha avuto il coraggio di sfogarsi facendo emergere la sua terribile esperienza quotidiana

Crema (Cremona), 9 giugno 2016 - «Padre, mi assolva, dovevo pagare le bollette e non sapevo come fare». Comincia così la confessione choc di una donna cremasca di circa 50 anni, disperata che, dopo aver confessato a un prete, al quale chiedeva aiuto, la sua situazione, ha voluto sfogarsi con noi, raccontando qual è stata la sua terribile esperienza, non ancora conclusa, chiedendo ovviamente l’anonimato. La donna  ha alle spalle, ma anche nel suo immediato presente, una storia di stenti e ristrettezze indicibili. Il marito ha perso il lavoro tre anni fa e non è più stato in grado di trovarne un altro. Lei ha cercato di dare una mano all’economia della casa, ma a ogni porta che bussava otteneva un rifiuto. Fin quando, un pessimo giorno... «Ho chiesto aiuto a una persona. Mi sono proposta di pulirgli la casa, lui ha detto che non aveva bisogno di pulizie, però... E in quel però io ho capito che cosa intendeva. Ho detto di no e me ne sono andata. Ma quel però mi ronzava nella testa. C’erano le bollette da pagare, la spesa da fare e in casa non c’erano soldi. E quel però girava nella testa. E ho preso la decisione».

E suo marito?

«Non ne sa nulla e non deve saperne nulla. Morirebbe per la vergogna. Ma, mi creda, io ero proprio disperata. Sapete che cosa vuol dire prendere tutte le porte in faccia, aprire il borsellino e non trovare dentro nulla? E nessuno che ti dà una mano».

Ma non ha chiesto alle associazioni, alle assistenti sociali?

«Ho chiesto a tutti e tutti mi hanno dato qualcosa, ma tutto ha una fine, mentre i problemi restano. Tu pensi che un giorno, un bel giorno, qualcosa cambi, qualcuno ti offra qualcosa di più concreto di una borsa di alimentari. Ti dica di andare là a lavorare, ti faccia tornare a vivere. Invece nulla. E le bollette arrivano sempre puntuali».

Quindi, cosa ha fatto?

«Ho continuato a mettermi in vendita».

Come trovava persone disposte a pagarla?

«Pensa sia difficile trovare qualcuno disposto a pagare pur di soddisfarsi? Poi la voce gira, discretamente, e arriva la richiesta dell’amico dell’amico. Così arrivano anche un po’ di soldi, quelli necessari a sopravvivere».

E ora che succede?

«Non lo so. Ho suonato a mille porte. Ho trovato qualcuno che mi aiuta, le organizzazioni. Ma sono palliativi, perché finiscono e, quando hai l’acqua alla gola, non ti resta che vendere te stessa».