
7- Giubbini catarifrangenti alle prostitute
Cremona, 6 settembre 2015 - Lucciole. Di nome e, da oggi, pure di fatto. Con una settimana di ritardo o, forse, di prove tecniche, da ieri sera l’ordinanza che prevede a Spino d’Adda, nel Cremasco, che le prostitute si vestano a strisce catarifrangenti è ufficialmente partita. Un provvedimento originale, a dir poco, che parte da lontano. Il mese scorso infatti la giunta di Spino d’Adda, con in testa l’assessore alla sicurezza nonché vicesindaco Luciano Sinigaglia, oltre a prorogare la precedente ordinanza che vedeva i clienti multabili fino a 500 euro anche per la sola sosta al cospetto delle gentildonne, ne ha propsta una nuova. E ingolare. Conscio di un analogo provvedimento già adottato nel pavese, a San Genesio per l’esattezza, ha pensato di obbligare le lucciole che esercitano di giorno a portare il giubbetto catarifrangente, mentre alle colleghe notturne, oltre al giubbetto, ha imposto pure i pantaloni, anche questi rigorosamente «sbarluccicanti». E per c hi sgarra, altri 500 euro di multa. «L’ordinanza – conferma l’assessore – non vuole punire le lucciole, ma costringerle ad andarsene in un altro Comune, cosa che sin ora , nonostante multe e provvedimenti, in tutti questi anni non abbiamo mai ottenuto».
Tuttavia, proprio quando il provvedimento stava per partire, a qualcuno è venuto in mente che forse le passeggiatrici non erano state preventivamente avvertite. Così, prima il sindaco del paese, Paolo Riccaboni, e poi il suo vice e braccio destro, sono andati a ‘caccia’ di lucciole per informarle di quel che stava per succedere. A sorpresa però le ragazze non solo non hanno fatto una piega, ma hanno risposto al sindaco di comprarli lui i giubbetti, se proprio voleva obbligarle a indossarli. Nonostante tutto però le prostitute vengono informate e l’ordinanza, con due o tre «spedizioni», tra quelle che fuggono alla sola vista di una divisa e chi semplicemente si gira dall’altra parte, viene consegnata.
Intanto, all’acquisto dei giubbetti ci ha pensato veramente lo stesso vicesindaco: «Con 30 euro ne ho acquistati sei, simbolicamente, e li ho consegnati ad alcune ragazze. Per questa mia mossa qualcuno ha minacciato di denunciarmi per favoreggiamento della prostituzione. Non ho parole». E addirittura, per lo meno in alcuni casi, l’ordinanza è stata perfino eseguita. «Siamo di fronte a due atteggiamenti diversi – ammette Sinigaglia – perché mentre le ragazze di colore indossano il giubbino senza problemi, quelle notturne dell’Est Europa hanno dichiarato che se ne andranno». Ma in qualsiasi caso «dalla prossima settimana cominceremo con i controlli e le multe. Non abbiamo il comandante dei vigili, che è in ferie, ma alle sanzioni possono pensare anche i carabinieri». Prostituta avvisata, mezza salvata.
di Piergiorgio Ruggeri