PIER GIORGIO RUGGERI
Cronaca

Crema, due anni in mano ai terroristi: Padre Maccalli ora è libero

Il missionario era stato rapito il 17 settembre in Niger da un gruppo jihadista. Salvo anche l’altro italiano. Campane a festa a Crema, fedeli in preghiera a Madignano

Padre Pierluigi Maccalli e Nicola Chiacchio

Crema (Cremona), 9 ottobre 2020 - Padre Pier Luigi Maccalli, 60 anni, è stato liberato ieri in Mali. Lo ha reso noto il presidente del Mali Ibrahim Boubacar Keïta che ha detto che insieme al missionario di Madignano sono stati liberati anche Nicola Chiacchio e altri due ostaggi, la cooperante francese Sophie Petronin e l’ex ministro delle Finanze maliano Soumalia Cisse’.

Sulle modalità della liberazione al momento, nessuna informazione se non che gli ostaggi erano nelle mani di bande jihadiste legate ad Al Qaeda passate dal Niger al Mali. La notizia si è diffusa fulmineamente a Crema e nella diocesi. Intorno alle 22.20 don Lorenzo Roncali, parroco di S. Bernardino ha fatto suonare le campane a festa, seguite poco dopo da quelle del Duomo e da tutte le altre in città e delle chiese della diocesi. Festa grande anche a Madignano, dove molte persone si sono portate davanti alla chiesa, paese dove padre Gigi risiede e ha la famiglia e una casa che divide insieme al fratello Walter, anche lui missionario in Africa. Già la scorsa settimana erano arrivate notizie positive alla diocesi fatte filtrare dalla Sma (società missioni africane) alla quale appartiene padre Gigi. Poi, ieri, la liberazione.

«Sono liberi e stanno bene – ha scritto su Twitter il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio –. Grazie alla nostra intelligence, in particolare all’Aise, e a tutti coloro che hanno lavorato per portarli a casa». Il premier Giuseppe Conte ha riferito su Twitter che i due italiani «stanno tornando in Italia» aggiungendo il proprio «grazie al nostro comparto di intelligence, in particolare all’Aise, e alla Farnesina».

Padre Pier Luigi Maccalli era stato rapito a Bomoanga il 17 settembre 2018. Era da pochi giorni rientrato in Niger e i suoi rapitori, otto persone arrivate alla missione in moto, avevano prelevato il padre, un computer e i soldi che avevano trovato. Ogni mese, il 17, una parrocchia della diocesi di Crema ha organizzato una processione e preghiere per chiedere la liberazione del missionario cremasco. Anche il premier Giuseppe Conte, in visita in Niger, aveva perorato la causa del religioso. Nulla si era mosso fino a quando, lo scorso 24 marzo, la banda dei rapitori aveva inviato un video nel quale si vedeva padre Gigi e, a sorpresa, anche Nicola Chiacchio, un italiano del quale non si sapeva nulla rapito nel gennaio del 2019. Poi ancora un periodo di silenzio, fino all’inizio del mese. Fondamentale sarebbe stata la liberazione da parte del Mali di un centinaio di prigionieri legati ad Al Qaeda. «Il governo e i militari che hanno assunto il potere a Bamako ad agosto sono riusciti a concludere la trattativa, alla quale credo abbia partecipato la Francia – ha dichiarato padre Mauro Armanino, confratello del missionario rapito, per anni insieme con lui in Niger –. Non l’ho ancora sentito, ma finalmente è libero di tornare a vivere nella dignità e di tornare dalla sua famiglia che ha sofferto il silenzio».