
Michael Pea
Offanengo (Cremona), 7 settembre 2015 - Tre preti e oltre 200 persone per l’ultimo saluto a Michael Pea, il ragazzo di 21 anni caduto sotto i colpi di arma da fuoco sparati dal padre, lo scorso 12 giugno nella loro casa di Offanengo. Sull’altare, a celebrare le esequie, il parroco del paese, don Bruno Ginoli, con ai lati i due preti di Offanengo, il parroco don Bruno Ginelli, originario del paese e don Emanuele Barbieri. In mezzo alla navata la bara del ragazzo e ai lati le due famiglie. La mamma Fabiola Provana, con i genitori e nonni del ragazzo, mentre sul lato opposto i fratelli del padre, zii di Michael. Nessuno screzio tra le due famiglie, ma grande rispetto e compostezza nel dolore comune. Commozione durante la cerimonia, dove i giovani erano molti.
Emozione anche per il parroco che ha ricordato come anche Gesù morì giovane e questo paragone gli ha messo un groppo alla gola che lo ha fermato per un lungo momento. Al termine della messa ha preso la parola la professoressa di inglese delle medie di Offanengo, che ha tracciato un ricordo del ragazzo, fermo alle medie, ma ancora attuale, visto che Michael aveva conservato spontaneità e freschezza anche proseguendo nelle scuole. Quando la cerimonia è terminata, sono stati gli amici a prendere sulle spalle il feretro e ad accompagnarlo fuori dalla chiesa, fino all’auto, dove la bara è stata sistemata per l’ultimo, breve tragitto.
Il triste corteo è arrivato al cimitero dove la bara è stata inumata. «Adesso abbiamo un posto dove piangere e pregare», ha mormorato la nonna che lungamente aveva sollecitato il sindaco del paese, Gianluca Savoldi, perché intervenisse presso il magistrato affinché concedesse il sospirato nulla osta alla sepoltura. Anche al cimitero, nessun contatto tra le due famiglie, con la mamma che si sorreggeva a una stampella vicino alla bara di quel figlio così drammaticamente strappatole. Presenti anche i carabinieri di Montodine, che hanno controllato il corretto svolgimento della funzione e regolato il traffico.