Crema, 350 chilometri per vedere la partita del figlio: respinti. "Il chihuahua non entra"

Lo dice il regolamento e non c'è stato nulla da fare: mamma, papà e la piccola Camilla restano fuori

AMICI La dolce Camilla; a sinistra, Matteo Manfroni

AMICI La dolce Camilla; a sinistra, Matteo Manfroni

Crema, 26 settembre 2018 - Si sono fatti 350 chilometri per andare a vedere l’esordio del figlio diciottenne calciatore nella sua nuova squadra, ma restano fuori dallo stadio. Mamma, papà e la piccola Camilla, un chihuahua di un chilo e sette etti, 5 anni, abituato da sempre a seguire i genitori di Matteo in tutti gli impianti sportivi. Mai un problema. Ma al Voltini di Crema no. Camilla non può entrare. È successo domenica in occasione della partita Pergolettese-Adrense, gara d’esordio in serie D del difensore Matteo Manfroni, 18 anni, promessa del calcio, di proprietà della Juventus e mandato a farsi le ossa in provincia.

Il ragazzo ha casa a Rimini. E due genitori che la domenica prendono la loro Camilla e vanno a seguire il figlio, ovunque lui giochi. Lo fanno dallo scorso anno, quando il ragazzo giocava in serie C nella squadra del Reggio Emilia, l’anno prima a Lucca. E lo fanno anche in questa stagione. Solo che a Crema si presenta un problema che appare insormontabile: allo stadio Voltini i cani non sono ammessi. Lo dice il regolamento. E non c’è stato nulla da fare. «Il cane non entra», hanno detto all’ingresso. E se non entra il cane, non entrano neppure i genitori del ragazzo, che hanno atteso il fischio finale e poi sono andati a salutare il figlio, spiegando che la loro Camilla non era stata ammessa allo stadio e che per questo non avevano visto la gara. E siccome il problema è insormontabile, per tutte le gare casalinghe in maglia gialloblù del ragazzo, o Camilla resterà a casa oppure i genitori del giocatore dovranno rimanere fuori. «Ci dispiace per l’inconveniente, ma a Crema questo regolamento non ammette eccezioni – dicono dalla sede gialloblù –. Per la verità una cosa simile è già stata registrata due anni fa, quando la mamma di un altro calciatore avrebbe voluto portare con sé allo stadio il suo cagnolino, dal quale non si separava mai. Anche a lei è stato posto un cortese diniego d’ingresso durante le partite. E non c’è stato nulla da fare».

Irremovibile anche la polizia locale che ha il compito di controllare: il regolamento è questo e non ci si sposta di un millimetro. Anche se Camilla sta in borsa ed è abituata ad andare allo stadio. Al massimo abbaia all’arbitro se fischia contro il suo padroncino. A dire il vero, all’interno dello stadio un cane c’è, e anche bello piazzato. È il cane del custode, un quattrozampe che l’uomo ha prelevato dal canile dandogli una casa dopo che era stato abbandonato. L’animale è compagno inseparabile del custode, ma durante lo svolgimento delle partite se ne sta chiuso in un recinto, in attesa del fischio finale, quando poi lo stadio si libera lui torna padrone del campo. E Camilla? Nulla da fare: a Crema non sono ammesse eccezioni. In altri impianti sì.