
Profughi (foto di repertorio)
Crema, 19 settembre 2015 - In arrivo 40 migranti a Crema, grazie a un accordo tra il titolare di un albergo e la prefettura di Cremona. È la notizia che è arrivata in questi giorni e che sta suscitando preoccupazione tra le persone interessate alla gestione degli stranieri, anche perché si vorrebbe evitare un pasticcio brutto come quello di Chieve. Senza dimenticare che i sindaci cremaschi stanno lavorando per un (improbabile) accordo su un protocollo di intesa. I quaranta, dunque. Nei giorni scorsi il titolare della stelleria, antico albergo di San Bernardino, in fondo a via Brescia, ha dato la sua disponibilità a ospitare fino a 40 stranieri. Oltre all’alloggio, per il quale l’ospitante percepirà 200 euro il mese per ciascuna persona che arriva, per un totale di 8.000 euro, il gestore ha fatto presente che potrebbe essere in grado di provvedere anche al vitto, visto che gestisce pure il ristorante Maosi. Per i pasti a disposizione ci sono 300 euro al mese per ciascuna persona sfamata, per un totale di 12mila euro. La notizia, che non è ancora di dominio pubblico, è stata stoppata in quanto la prefettura sta cercando di far quadrare il cerchio, sempre cercando di evitare i problemi poi sorti a Chieve.
Sono in corso trattative con la Caritas per vedere se la struttura cattolica è in grado di provvedere a quanto previsto dalla legge in materia di migranti. A breve, comunque, arriveranno le risposte necessarie per sbrogliare la situazione e mentre i sindaci del Cremasco discutono su come affrontare il problema, da Cremona si prendono accordi per inviare dalle nostre parti i migranti che attendono di essere collocati. Infine, in merito all’uscita della diocesi di Crema che chiede alle parrocchie di mettere a disposizione spazi per ospitare una famiglia o da due a quattro stranieri, l’altro giorno una donna si è presentata da un parroco di una parrocchia di Crema chiedendo una casa e facendo presente che da mesi vive in un appartamento Aler con i suoi genitori e con i suoi tre figli: se ci sono case, lei ha ricordato che da tempo ne sta aspettando una.
di Pier Giorgio Ruggeri