Crema, volo fatale per il prof: la moglie tre ore dal pm

Debora Stella in procura dopo le dimissioni dal reparto psichiatrico. Il difensore: "Ha chiarito tutto". Il mistero delle ultime ore di Pamiro

Debora e Mauro il giorno del matrimonio

Debora e Mauro il giorno del matrimonio

Crema (Cremona), 15 luglio 2020 - Tre ore di interrogatorio alla ricerca di una verità difficile e tuttora sfuggente. Sono le 10 quando, in procura a Cremona, Debora Stella inizia a rispondere alle domande del pm Davide Rocco, con accanto il difensore Mario Palmieri. È la moglie di Mauro Pamiro, 44 anni, insegnante all’istituto Galilei di Crema e musicista, trovato morto la mattina del 29 giugno nel cantiere di una casa in costruzione, a soli 200 metri dalla sua abitazione, una villetta nel quartiere dei Sabbioni. Nella stessa giornata Debora Stella è stata indagata per omicidio come atto dovuto e ricoverata nel reparto psichiatrico dell’ospedale di Crema. È stata dimessa lunedì sera.

Sono le 13 quando la donna, 39 anni, grafica, e il suo legale si allontanano dal Palazzo di giustizia dall’uscita di via Jacini. Soddisfatto il difensore: "Tutto si è svolto in un clima disteso. La signora ha risposto a tutte le domande che le sono state poste dal pm. Ha chiarito tutti i suoi movimenti nell’arco temporale che interessa". Pamiro pare evaporare sabato 27 giugno, muore nella notte, il suo corpo viene ritrovato la mattina di lunedì 29: la moglie non si è allarmata non vedendolo rincasare? "Ha risposto anche su questo", precisa il difensore che smentisce anche la voce, circolata nei primi giorni, di un litigio fra i coniugi. "La mia cliente – aggiunge – viene aiutata ad elaborare il lutto. Dal punto di vista processuale è assolutamente serena". Da quando, la mattina di quel lunedì 29 giugno, il cadavere di Pamiro è stato scoperto nel cantiere di via Don Mazzolari, privo di scarpe e di cellulare, accanto scarse tracce di sangue, il giallo dell’estate cremasca non ha fatto che inanellare dubbi e interrogativi che per il momento sopravanzano largamente le poche certezze acquisite.

Una è quella arrivata dall’autopsia: il professore è morto per le lesioni provocate da una caduta, un volo pauroso da almeno una decina di metri di altezza, che ha causato anche quel foro sulla fronte che all’inizio aveva fatto supporre un colpo di arma da fuoco. L’ultimo enigma ruota attorno a una bicicletta bianca con la catena gialla trovata parcheggiata davanti al cimitero di Crema. Apparteneva alla nonna della vittima e Marisa, la madre, l’aveva regalata alla coppia. Era in uso soprattutto a Debora. Mamma Marisa l’ha subito riconosciuta. Ufficialmente il ritrovamento è avvenuto il 3 luglio, il giorno dei funerali di Mauro, ma pare certo che la bici si trovasse lì già il 29 giugno.

Nel cestino c’era un sandalo del morto. Pamiro trascorre il suo ultimo pomeriggio di vita in casa di amici con la moglie, che rivede ancora una volta in serata. Cosa accade da allora? C’è stato un incontro fatale? L’enigma della bicicletta getta un’altra ombra sulla morte di Mauro Pamiro. Un’ombra che potrebbe chiamarsi depistaggio.