Cremona, ora anche Fido può entrare in oncologia

I pazienti che lo desiderano, seguendo le indicazioni contenute nel regolamento, potranno ricevere la visita del loro amico a quattro zampe

Il taglio del nastro questo pomeriggio

Il taglio del nastro questo pomeriggio

Cremona, 1 marzo 2018 - “Qua la zampa” è il titolo del progetto innovativo presentato questo pomeriggio nel reparto di Oncologia dell’ospedale di Cremona. Tradotto in pratica significa che i pazienti che lo desiderano, seguendo le indicazioni contenute nel regolamento, possono ricevere in visita il loro amico a quattro zampe. Questo progetto nasce dall’applicazione del regolamento di Regione Lombardia (aprile 2017) che pone al centro il valore terapeutico della visita del proprio animale domestico, soprattutto per chi è costretto a stare a lungo in ospedale. Come ha spiegato Camillo Rossi (Direttore Generale dell’ASST di Cremona) “la presenza di un cane o di un altro animale d’affezione al letto del malato è una pratica i cui effetti benefici sono oggi scientificamente dimostrati. Riduzione di ansia, solitudine, paura e stress sono gli effetti immediati. In modo complementare la presenza del proprio animale favorisce il miglioramento dello stato d’animo del paziente, crea i presupposti per una maggior compliance con le terapie cliniche, aumenta il desiderio di comunicazione con le altre persone. Regione Lombardia, con il regolamento per l’accesso degli animali d’affezione in area ospedaliera, ha contribuito a realizzare il sogno di molte persone, ponendo attenzione ad un aspetto della cura per nulla secondario”.

“Per le persone ricoverate da tempo in ospedale o per chi soffre di una patologia grave, gli animali rappresentano un legame con la speranza – ha affermato Paola Mosa (direttore socio-sanitario dell’ASST di Cremona) – Consentire il loro ingresso nel reparto di Oncologia è un gesto terapeutico e un messaggio importante per chi si trova in questa difficile condizione”. “Un valore aggiunto importante del progetto “Qua la zampa” è la collaborazione fra ASST di Cremona e il Dipartimento Veterinario di ATS della Val Padana - ha spiegato Maurilio Giorgi (direttore coordinamento tecnico veterinario, ATS della Val Padana ) - il quale provvederà al rilascio dei certificati di buona salute degli animali che frequenteranno l’Ospedale, per quei pazienti che non hanno la possibilità di essere seguiti privatamente da un veterinario di fiducia (ad esempio situazioni di disagio economico, distanza dal luogo di residenza o comunque situazioni di difficoltà)”. Promotori del progetto Rodolfo Passalacqua (Direttore del Dipartimento Oncologico – ASST di Cremona, Morena Nazzari (coordinatrice infermieristica unità operativa di Oncologia) e tutta l’équipe del reparto di Oncologia dell’ospedale di Cremona.

“Nel nostro reparto – ha spiegato Passalacqua – talvolta i pazienti sono costretti a un periodo di degenza piuttosto lungo a causa della complessità clinica della propria malattia e inevitabilmente vengono a trovarsi in una condizione di disagio e sofferenza fisica e psicologica, che si sommano alla condizione già fragile indotta dalla malattia e dai trattamenti debilitanti. Ci si trova davanti a pazienti stanchi di essere ammalati”. “In tale contesto il ruolo dell’equipe diventa ancora più delicato, si tratta di identificare come aiutare il paziente”. “L’ingresso degli animali in reparto – ha spiegato Nazzari – è regolamentato da una serie di norme che tutelano i pazienti, gli operatori e gli animali. Anzitutto il paziente dovrà fare richiesta al responsabile del progetto che in questo caso è il coordinatore infermieristico. Il personale sanitario valuterà ogni richiesta tenendo conto delle condizioni di salute del paziente, della presenza di un caregiver/familiare e della tipologia di animale. Stabilito che le condizioni sono favorevoli, sarà necessario produrre un certificato di buona salute dell’animale. Il passaggio successivo è concordare data, ora e luogo dell’incontro (sala di attesa o stanza di degenza). E’ importante sottolineare che tutto questo si svolgerà nel rispetto delle esigenze di tutti i pazienti ricoverati.”