REDAZIONE CREMONA

Uccise gatto che sterminava i suoi tacchini: assolto allevatore

"E' indiscutibile e dimostrato - osserva il giudice - che la presenza del gatto all'interno dell'allevamento di tacchini aveva già cagionato all'imputato un danno economico e che la condotta dell'allevatore è stata determinata dalla necessità di evitare che tale danno si aggravasse a causa della morte di un numero indeterminato di altri volatili, non potendo egli presidiare il capannone giorno e notte"

Il tribunale

Cremona, 17 novembre 2015 - Ha ucciso "per necessità", assolto dall'accusa di uccisione di animali allevatore di tacchini, "perché il fatto non sussiste". L'uomo ha sparato al gatto che nel capannone aveva ucciso 900 dei suoi 10mila tacchini, causandogli un danno di 11mila euro. Il fatto risale al 3 ottobre del 2009, quando a Cremona una pattuglia della polizia provinciale, passando davanti all'allevamento, notò che l'allevatore stava sparando con un fucile da caccia verso la vegetazione. Subito dopo, gli agenti videro che l'uomo aveva colpito il gatto.

Il giudice ha assolto l'allevatore, perché presupposto del reato è che l'uccisione di animali sia cagionata senza necessità. Nel caso dell'allevatore, invece, "è indiscutibile e dimostrato - osserva il giudice - che la presenza del gatto all'interno dell'allevamento di tacchini aveva già cagionato all'imputato un danno economico e che la condotta dell'allevatore è stata determinata dalla necessità di evitare che tale danno si aggravasse a causa della morte di un numero indeterminato di altri volatili, non potendo egli presidiare il capannone giorno e notte".