Infettarsi due volte di Covid, Galli: "La possibilità non è rara"

L'infettivologo dell'Ospedale Sacco di Milano: "Se sviluppiamo immunità di gregge il 2022 sarà tranquillo. Il 2021 non so"

L’infettivologo Massimo Galli del Sacco di Milano

L’infettivologo Massimo Galli del Sacco di Milano

Milano, 17 novembre 2020 -  Ci si può infettare due volte di Covid? "La possibilità di reinfettarsi è reale e non è neanche così raro che ciò accada". Lo ha detto il professor Massimo Galli, direttore responsabile del reparto malattie infettive dell'ospedale Sacco di Milano intervenendo sul profilo Facebook della Fondazione Arche' per fare il punto della pandemia in Italia e sulle contromisure da adottare a livello personale e in ambito lavorativo. "A stare al numero delle segnalazioni di persone che erano positive a marzo e sono positive adesso - ha spiegato Galli - ne ho sentite svariate decine, quindi la possibilita' di reinfettarsi e' reale". Tuttavia c'e' da dire che almeno "fino ad adesso, quelli che ho visto che e' possibile si siano reinfettati, non hanno una sintomatologia particolarmente preoccupante, sono tutti quanti con una sintomatologia lieve".

Altra cosa, ha proseguito l'esperto, "sono i fattori che fanno si' che certe persone finiscano per essere non soltanto positive a lungo, ma che dopo essersi negativizzate si tornino a positivizzare in un arco temporale abbastanza breve dall'ultimo test negativo. Avendo posto l'obbligo del doppio test negativo per poter liberare una persona dalla quarantena se ne sono visti parecchi". E proprio sulla quarantena ha aggiunto: "Le ordinanze, non solo in Italia, hanno sancito che uno che per 21 giorni non ha sintomi lo liberi indipendentemente dalla positività o negativa al tampone, questa cosa su una scala da 1 a 100 mi piace 2, è una questione che mi lascia poco convinto, ma dal punto di vista pragmatico dubito si possa fare altro in attesa dell'ampliamento delle capacità diagnostiche ufficiali".  "Anche per questo - ha proseguito - sono un gran propugnatore di attività diagnostiche ufficiose, il fai da te nell'ordine di qualcosa che abbia un senso, non selvaggio", come quello consigliato alla stessa Fondazione Arché, cui Galli ha suggerito di mettere in piedi un protocollo per testare operatori e ospiti ogni 15 giorni, offrendosi di dare una mano per strutturarlo.

Commentato quanto avvenuto nell'ultimo periodo tra contagi e Dpcm, Galli spera che "dopo questa lezione si prendano provvedimenti sufficienti a tenerci in una situazione protetta fino a una certa data ma bisogna anche essere capaci di sacrificare certe cose". "Abbiamo già dimostrato come si sia stati del tutto inadeguati nel tenerci fuori dai guai durante quest'estate", ha detto. E ancora: "Avremmo dovuto imparare una seconda lezione che è costata migliaia di morti non bruscolini". Ora, "mi auguro che la lezione sia stata imparata, portata dentro noi stessi ma, da quel che vedo, c'è una parte numericamente importante del paese che mi sembra del tutto refrattaria al mantenimento di questi buoni propositi e lo dico con tristezza perché già ci siamo giocati molto a ferragosto e non vorrei che le prossime festività - ha auspicato - ci facciano giocare altro, perché nel caso non fosse accettata la necessità di contenere l'aspetto associativo, non vorrei che si andasse in un ciclo continuo da ferragosto a Natale a Pasqua dentro e fuori, apri e chiudi, ferma e moltiplica, questo non va bene". "Se riuscissimo a sviluppare un'immunita' di gregge entro il prossimo anno solare mi auguro che il 2022 sia un anno tranquillo. Non so quanto riuscirà a esserlo il 2021", ha concluso il professore del Sacco.