Covid: "Molti giovani in terapia intensiva"

Massimo Cecconi (Humanitas): "Quando arrivano così tanti malati insieme, anche i giovani in una piccola percentuale, ma con un numero che diventa grande in una pandemia, possono finire in terapia intensiva"

Una terapia intensiva

Una terapia intensiva

Milano, 18 novembre 2020 - Non solo anziani e pazienti fragili. Per il Covid ci sono anche giovani in terapia intensiva. Stando ai dati di ieri in tutta la Lombardia erano 894 i posti di terapia intensiva occupati da pazienti Covid, con un balzo in avanti di 39 unità in un solo giorno. "Quando arrivano così tanti malati insieme, anche i giovani in una piccola percentuale possono finire in terapia intensiva -  ha detto a Sky Tg24 Maurizio Cecconi, direttore del Dipartimento Anestesia e Terapie Intensive di Humanitas e presidente della Società europea delle Terapie Intensive - infatti abbiamo molti giovani in questo momento nelle terapie intensive''.

"Dobbiamo prendere atto - ha sottolineato commentando i dati secondo cui l'Italia sarebbe il terzo Paese al mondo per mortalità da Covid e il primo in Europa   - di una seconda ondata che ha contagiato molte persone, quindi probabilmente non siamo stati in grado di proteggere dal contagio le fasce più vulnerabili come gli anziani", ha aggiunto.  "La mortalità è concentrata sulle fasce più deboli, anziani e pazienti con comorbidità. Bisogna prendere però i dati con le pinze, perché con molti più contagi il sistema di tracciamento non ha retto, quindi potrebbero esserci molti più asintomatici che non stiamo conteggiando e la mortalità potrebbe variare anche per quello", ha concluso.