Finestre di dialogo di Guildor alla Fabbrica del Vapore

Milano, fino al 30 giugno il progetto di ricerca V-Data sviluppato da un team di ricercatori dell’Università di Pavia

Letters to Adecco

Letters to Adecco

Milano, 6 giugno 2023 – “Finestre di dialogo” è il titolo della mostra dell’artista Guildor che è parte del progetto di ricerca V-Data sviluppato da un team di ricercatori dell’Università di Pavia insieme a Università degli Studi di Milano Bicocca e Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, con il contributo di Fondazione Cariplo. In esposizione dal 7 al 30 giugno negli spazi di Careof nella Fabbrica del Vapore, una serie di opere per riflettere su tematiche quali il rapporto tra piattaforme e utenti, lo sfruttamento dei dati digitali e l’impatto della mediazione tecnologica sulle nostre relazioni. Da sempre interessato a indagare la tecnologia come riflesso dei comportamenti umani, con “Finestre di dialogo” Guildor esamina il rapporto tra utente e piattaforma e il sistema economico che lo sfruttamento dei dati digitali ha contribuito a generare. Martedì 6, in occasione dell’inaugurazione della mostra, Guildor ha presentato la performance inedita dal titolo “I biscotti della fortuna che ordino con Glovo sono stranamente accurati” che indaga le modalità con cui le piattaforme digitali si infiltrano nelle nostre relazioni e si appropriano delle nostre emozioni facendone strumento di profitto. Ispirata al volume “The Age of Surveillance Capitalism” di Susanna Zuboff e al lavoro di V-Data, la performance sarà oggetto di studio dalle ricercatrici e dai ricercatori di V-Data che osserveranno le reazioni di chi vi assisterà e raccoglieranno impressioni e commenti tramite interviste informali. La ricerca sarà uno strumento per ingaggiare ulteriormente l'audience sui temi oggetto di riflessione e per raccogliere dati complementari al lavoro già svolto in V-Data. Durante la performance l’artista scarterà e mangerà quaranta biscotti della fortuna leggendo al pubblico i messaggi che custodiscono, ovvero brevi riflessioni che mettono in luce, con amaro umorismo, il rapporto simbiotico e alienante che abbiamo oggi con la tecnologia e i suoi strumenti. “La ricerca della felicità ha prodotto circa 32.200.000 risultati. (In 0,57 secondi)”, “Puoi parlare con un’intelligenza artificiale, ma non riuscirai comunque a farla ragionare.”, “Roomba dice che l’appartamento non è abbastanza feng shui.” sono alcuni esempi del parallelismo che la performance instaura tra le profezie dei biscotti della fortuna e i “cookies”, ovvero i dati memorizzati sui computer e usati per personalizzare la navigazione degli utenti, anticipandone e influenzandone i bisogni. Il percorso espositivo presenta una serie di nuove produzioni e opere recenti che affrontano, attraverso linguaggi e media differenti, i temi dell’utilizzo dei dati di privati da parte di grandi multinazionali, dell’impatto della mediazione tecnologica sulle nostre relazioni, e del rapporto sbilanciato che intercorre tra piattaforme e utenti. Tra queste, l’opera “At the speed of feelings” evidenzia come la risposta emotiva sia diventata il motore principale della comunicazione online, spinta all’estremo dai social media. Si compone di cinque schermi su cui scorrono in loop i videoritratti di altrettanti soggetti intenti a masticare apaticamente dei chewing gum colorati, ritmati dal suono della digitazione di una tastiera di uno smartphone, e a far scoppiare i palloncini sul loro volto al suono di una notifica gioiosa. In mostra anche “Letters to Adecco”, composta da due parti tra loro collegate e consequenziali. “Spare Timesheets” raccoglie una serie di mail di aggiornamento che ogni settimana l’artista scriveva e inviava ad Adecco, di cui era dipendente a Londra con un contratto a zero ore al quale era vincolato anche senza svolgere alcuna attività lavorativa. Giocando su questo paradosso, in queste mail l’artista racconta le attività della sua giornata, riflettendo su come la sfera professionale – e la sua assenza – ricada su quella personale. L'opera culmina poi con “Unresigned Resignation”, il video con cui l’artista rassegna infine le proprie dimissioni ad Adecco. Indagando il rapporto tra tecnologia ed essere umano e i loro numerosi punti di contatto, “Finestre di dialogo” intende risvegliare la consapevolezza pubblica rispetto al tema del capitalismo della sorveglianza, per comprendere come i suoi meccanismi ci abbiano inglobati e come sia possibile provare a contrastarli, iniziando proprio dal prenderne coscienza.